Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
In una clinica psichiatrica arriva il nuovo direttore: è giovane, bello e la dottoressa Ingrid Bergman (fino allora dedita solo al lavoro) se ne innamora subito. Presto, però, scopre che l’uomo ha gravi problemi di salute mentale e soprattutto non è chi dice di essere: anzi, potrebbe aver ucciso il direttore per prenderne il posto. È il primo film a parlare seriamente di psicoanalisi (preceduto solo da sciocchezzuole come Girandola, con Ginger e Fred) e paga lo scotto di un certo didascalismo, evidente soprattutto nelle spiegazioni date dal vecchio maestro della dottoressa a beneficio dello spettatore. La trama thriller, però, funziona: Hitchcock si destreggia bene all’interno di un orizzonte di attese obbligato (il pubblico sa che Gregory Peck non “può” essere colpevole, eppure dubita) ed è bravissimo a rilanciare la vicenda quando tutto sembra già risolto nel sottofinale. La sequenza onirica scenografata da Dalì è meritatamente famosa, ma non è l’unico pregio del film. Il titolo originale significa “sotto l’effetto di un incantesimo”.
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