Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Una certa critica (più recente che contemporanea) ha fatto assurgere Hitchock ad un maestro incontrastato del genere thriller. Non sempre lo smalto del "maestro del brivido" è risultato così inossidabile, così come non sempre le sue pellicole sono ricche appunto di brividi o di tensione quali altri maestri coevi, sebbene è da considerare un numero estremamente consistente di film che egli ha realizzato. Personalmente ho sempre fatto un po' fatica a digerire quanto Hitchcock indugiasse sulle sequenze sentimentali, togliendo in alcuni casi un certo ritmo all'azione, piuttosto che in alcune sequenze d'azione che, chiaramente nella consapevolezza dei limiti e secondo i canoni dell'epoca, appaiono particolarmente artificiali. Tuttavia in pressochè ogni sua pellicola vi sono delle singole sequenze innanzi alle quali si rimane strabiliati per le modalità di ripresa o per l'ingegnosità della loro realizzazione. Con Io ti salverò il regista anglosassone struttura una vicenda che effettivamente si avvia in modo inquietante, per poi svilupparsi in toni melodrammatici e lasciando più spazio al personaggio femminile che sarà la vera parte attiva e risolutiva sia delle problematiche del protagonista che nel dipanare l'intreccio che include un omicidio. Senza dubbio l'attenzione alle scenografie ed alla fotografia portano questo film ad un livello di gran pregio, inutile rimarcare le affascinanti scenografie realizzate nientemeno che da Salvador Dalì per la sequenza del sogno; così come alcune trovate appaiono ancor oggi sorprendenti: la voce del vero colpevole che rimbomba nella testa della protagonista, la soggettiva di un bicchiere di latte che viene bevuto dal protagonista o ancor più la pistola che l'omicida si punta alla testa. Come accenavo inizialmente, alcune sequenze sembrano sensibilmente artificiali: una tra tutte la discesa in sci con il ricorso ad evidenti "trasparenti" che sarebbero stati cari ad Hitchock per molti film anche in tempi ben più moderni.
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