Regia di Mel Gibson vedi scheda film
Mel Gibson è un regista che non prolifica tutti gli anni ma, quando lo fa', riesce a concentrare nella pellicola tutto il suo amore per il cinema e tutta la sua bravura. Da quando ha smesso di mettersi davanti alla macchina da presa poi, sembra addirittura che tale capacità sia aumentata in maniera esponenziale. In questa sua immensa opera racconta la storia di un villaggio maya e dei suoi abitanti, in particolar modo la vita di “Zampa di giaguaro”, il primogenito del capo del villaggio; dalla normalità dei giorni che si susseguono nella terra dello Yucatan fin quando gli invasori non irrompono e stravolgono la normalità annientandola, catturano “Zampa di giaguaro” e lo conducono, insieme ai suoi compagni, anch'essi catturati, ai piedi della piramide dei sacrifici per il dio Kukulkan. Ma il destino, non senza varie peripezie, metterà “Zampa di giaguaro” sulla via della libertà che dovrà conquistare per tornare da sua moglie e dai suoi figli, nascosti in una grotta. La regia di Mel è precisa, dettagliata; utilizza una fotografia dai bordi quasi calcati, come a voler risaltare meglio ogni figura, perché tutto fa parte dell'opera, anche la goccia di sangue che scorre tra le verdi foglie. Nonostante il film sia interamente sottotitolato, nelle poche scene in cui il dialogo è protagonista, non annoia, grazie ad un messa in scena dinamica e ben compiuta, che racconta la storia senza sbavature finendo per essere ne troppo ne troppo poco. Capolavoro da molti incompreso.
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