Regia di Mel Gibson vedi scheda film
« Una grande civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è distrutta dall'interno» (Will Durant)... quanto è vero!! Questa frase racchiude il senso di tutto il film.
Apocalypto è una lunga inesorabile scarica di adrenalina dalla prima all'ultima scena, è eccitazione assoluta, una straordinaria finestra sul mondo maya, è una coreografia di gesti e colori magistralmente orchestrati immersi nella natura più selvaggia.
Un cenno sulla trama:
in un piccolo villaggio maya dello Yucatán, al tramonto del XV secolo, vive Zampa di Giaguaro, primogenito del capo del suo villaggio; ha un figlio e una moglie incinta del secondo bambino.
Lo spettatore vive l'avventura di Zampa di Giaguaro, che come gli altri uomini del villaggio, in un giorno qualunque, è dedito a svolgere il suo compito di cacciatore nella foresta. Nella sequenza di apertura lui, suo padre e altri uomini del villaggio, lavorano in squadra per catturare prede e portare il cibo alle famiglie. Sono efficienti, capaci e rispettosi della natura, ritagliano anche del tempo per divertirsi scherzando tra loro. Non passerà molto prima che un altro gruppo di guerrieri maya guidata da Lupo Zero (un efficace e maestoso Raoul Trujilo) e dal sadico Occhio Mezzo, proveniente da una grande città Maya, attaccheranno il villaggio per rapire uomini e donne e portarli come schiavi alla loro città, mentre altri saranno destinati ad essere vittime sacrificali per placare la collera degli dei, che secondo le loro credenze avevano punito la regione con una tremenda epidemia. La banda attacca il villaggio distruggendolo e facendo strage, deportando tutti i superstiti, tranne i bambini che vengono abbandonati e lasciati al loro destino. Zampa di Giaguaro riesce a nascondere moglie e figlio in un pozzo naturale dal quale è impossibile uscire senza aiuto esterno, quindi promette alla famiglia di ritornare e torna al villaggio a combattere gli invasori, ma invano; viene infatti catturato assieme a suo padre, Cielo di Selce, che viene ucciso da Occhio Mezzo davanti ai suoi occhi. Il giovane viene risparmiato ma a lui è destinata una sorte ancora più orrenda. I prigionieri, dopo aver percorso una lunga distanza nella stanchezza e nel terrore, arrivano finalmente alla città della tribù rivale che li ha catturati, che sembra tecnologicamente molto più sviluppata della loro. Qui i prigionieri vengono trascinati in cima a una piramide a gradini per essere sacrificati al Dio Kukulcàn, vedremo strappare loro il cuore dal petto, decapitarli e lasciarli rotolare a terra lungo i gradini della piramide. Dopo due sacrifici è il turno di Zampa di Giaguaro ... tra qualche minuto morirà, benché sa che deve continuare a vivere perché sua moglie e suo figlio piccolo, giù nel pozzo, hanno ancora bisogno di lui per uscire. Al momento del sacrificio si verifica un'eclisse solare, che viene interpretata come un segno di soddisfazione per i sacrifici del dio Kukulcàn. Si stabilisce che ai prigionieri rimasti in vita venga data una possibilità di salvarsi: condotti in un'arena aperta, vengono obbligati a correre mentre sono bersagliati da lance e frecce (la sequenza ricorda Django, di Sergio Corbucci, considerato un cult del genere spaghetti-western).
Gibson ha il fegato di mostrare alcuni dettagli scenici che pochi altri avrebbero osato fare, le teste dei sacrificati che rimbalzano giù per le scale del tempio hanno un effetto visivo scioccante. Gibson nella prima parte del film guadagna tempo per rappresentare i dettagli sociali della vita del villaggio, l'economie e le dinamiche di un piccolo gruppo immerso nella foresta. Lo scenografo Tom Sanders apporta un contributo inestimabile al film, i suoi villaggi maya, le cave, il trucco sugli schiavi e i raccapriccianti templi sacrificali sono efficacissimi. Costumi, trucco e location sono di prima qualità. L'intero film sembra dipinto con l'occhio di un pittore, quello del direttore della fotografia Dean Semler.
Fotografia e scenografia sono formidabili, ai più alti livelli, non c'è di meglio in giro così armonicamente assemblati. Gibson si conferma un regista dotato di una superba abilità tecnica. Si dimostra un direttore ambizioso, dalla visione viscerale e imponente.
Il film è troppo crudo per considerarlo semplice pellicola d'intrattenimento o d'evasione. Offre un duro colpo visivo e la schiena viene colta dai brividi per la cruenza delle immagini, che a volte sembrano infernali. E' veloce, implacabile, efficace e audace.
Mel Gibson con Apocalypto ha unito il senso di due successi: ha preso l'azione raccontata di Braveheart e l'ha combinata con l'intensità e la ferocia di La Passione di Cristo.
Quando sembra che Apocalypto manchi di spunti di riflessione, si viene subito sommersi e ripagati da azioni intense ed emozionanti. Come in Braveheart e in La Passione di Cristo, Gibson riflette ancora su quale forza spirituale trasforma gli uomini in mostri,in questo film c'è solo una forte differenza: qui ci sediamo e ci auguriamo che il mostro non raggiunga mai la sua preda. E' un infernale inseguimento fino in fondo. "Prendere o lasciare". Io questo genere di film lo "prenderò" per sempre. Bellissimo.
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