Regia di Mel Gibson vedi scheda film
C’è poco da fare, ormai Mel Gibson ha raggiunto una sorta di punto di non ritorno. I suoi film sono sempre più violenti, estremi e quasi maniacali nella puntigliosità della ricostruzione storica. Dopo l’epica guerriera di “Braveheart” e l’impressionante (e controversa) rilettura realista della Passione di Cristo, il regista e attore australiano si appassiona alle civiltà precolombiane e realizza un film con molti pregi, ma anche qualche grave difetto. Tra i pregi possiamo tranquillamente annoverare la bellezza delle scene d’azione nella foresta messicana, la magnificenza della ricostruzione storica, l’impressione delle scene di massa, lo splendore delle scenografie, dei costumi e del make-up, l’eccezionale bravura dell’intero cast… tutti elementi che rendono “Apocalypto” un film affascinante e godibilissimo. Non possiamo però tacere di alcuni difetti della pellicola, a cominciare dalla sgradevole ossessione, già palesata in “The Passion”, per la violenza e la crudezza ai limiti del sadismo di molte scene per continuare con l’inverosimiglianza di alcune situazioni, francamente ai limiti del ridicolo involontario e per terminare con una sceneggiatura un po’ troppo elementare e priva di grandi sorprese. Insomma: “Apocalypto” non è un capolavoro e potrebbe non piacere a molti per la sua eccessiva crudezza, ma resta comunque un film appassionante e appassionato, con un gusto della ricostruzione storica che non ha eguali oggi nel mondo del cinema. Giudizio positivo.
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