Regia di Martin Campbell vedi scheda film
Passato alla fisionomia di Daniel Craig, James Bond - l'agente agente 007 segreto al servizio di sua Maestà ma in quota a M (la sempreverde Dench) - deve vedersela con una organizzazione criminale che traffica con il commercio d'armi con grosse speculazioni finanziarie e faraoniche giocate al casinò. Muovendosi tra Uganda, Bahamas, Montenegro, Repubblica Ceca e Italia (a Venezia), Bond - affiancato dall'ambigua funzionaria del Ministero del Tesoro britannico (Green) - riuscirà a sventare una serie di attacchi terroristici che l'organizzazione stava finanziando in diversi paesi occidentali. Inseguimenti, sparatorie, donne sedotte per raggiungere l'obiettivo, un'incredibile partita a poker con rialzi impossibili, tentativi di avvelenamento, diversi corpo-a-corpo, la tortura e un'avventura impossibile tra le acque di Venezia rappresentano il prezzo che Bond dovrà pagare per salvare il mondo dai terroristi.
Messa da parte l'ironia che aveva caratterizzato molte delle interpretazioni precedenti (da Connery a Brosnan), il Bond di Craig è tutto nervi, muscoli e determinazione. Oltre all'ironia, il copione di Paul Haggis (regista di Crash e sceneggiatore di Million dollar baby), Neal Purvis e Robert Wade sottrae al personaggio di Ian Fleming quelle debolezze che ce lo rendevano tanto simpatico, aggiungendo, per converso, dosi massicce di inseguimenti che fanno somigliare il film a un gigantesco videogame. Confezionato comunque benissimo, il 21esimo episodio cinematografico di 007 (che non ha nulla a che sparire, se non il titolo, con il film parodistico del 1968 interpretato da Peter Sellers, David Niven, Orson Welles e un giovanissimo Woody Allen) è servito da un cast internazionale di primissimo ordine e si avvale di scene da antologia, prima tra tutte quelle del crollo di un palazzo nel Canal Grande di Venezia.
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