Regia di Martin Campbell vedi scheda film
Credo (da fan di Bond ormai da anni) che Casino Royale, oltre ad essere il più vicino allo stile e alla forma dei romanzi di Ian Fleming, sia uno dei film più belli dell'intera saga di 007.
Inizia con uno spavento: non c'è il classico occhio che viene trafitto da Bond e si colora di rosso, ma capiamo subito il perchè.
Bond è ancora un semplice agente segreto, senza il doppio 0, ovvero la licenza di uccidere: ma l'acquisisce ben presto, sbarazzandosi di due sicari di un gioco ben più intricato e potente che nell'arco del film scoprirà.
Ma M non è sicura di 007, lo tratta male, lo fa pedinare, gli affida una missione suicida in barba alle più tradizionali regole: ma anche Bond non fa nulla per far cambiare idea alla sua capa, è rozzo, misogino e scavezzacollo.
Casino Royale è un gran bel film d'azione, emozionante, che Martin Campbell dirige con mano straordinariamente sicura: Craig è sorprendente, disegna un Bond che sarebbe piaciuto a Fleming, e crea veramente lo 007 del 2000, capace di ridere e prendere in giro il suo nemico che lo sta torturando, capace di amare e vendicarsi per aver troppo amato, capace di morire e resuscitare...
Insomma Casino Royale merita una visione anche da chi non è fan di Bond: è scritto benissimo, ha un montaggio forsennato, una regia sorprendente, è recitato veramente bene, e poi Eva Green è una favola.
E per i fan di Bond, le sorprese sono più di una: dalla nascita del "Martini shakerato ma non mescolato", all'Aston Martin DB5 (vinta al gioco!!!), alla mitica frase "Il mio nome è Bond, James Bond", pronunciata una sola volta nel film, alla fine, quando l'ultimo terrorista sta strisciando morente ai piedi di 007 mentre in sottofondo si sente per la prima volta il tema di John Barry...
Da brividi.
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