Regia di Susanne Bier vedi scheda film
Un volontario di una piccola organizzazione umanitaria torna dall’India alla Danimarca in cerca di fondi, apprende che il suo potenziale finanziatore ha sposato la sua ex compagna e scopre di avere una figlia mai conosciuta prima: sembra solo un caso fortuito, invece fa tutto parte di un piano. Film ottimamente costruito, con un crescendo melodrammatico di rivelazioni che serve a definire i moventi dei personaggi: ognuno ha una superficie poco simpatica, ma un motivo di sofferenza interiore che emerge a poco a poco (e il più interessante finisce per essere proprio il miliardario, demiurgo suo malgrado). E, al di là della singola vicenda, qualche riflessione non banale (di ascendenza vagamente dreyeriana?): sulla capacità di perdonare le colpe proprie e altrui; sulla possibilità di ricominciare da zero; sui vari significati della parola “sacrificio”; sull’occidente opulento, moribondo e roso dai sensi di colpa.
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