Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Trovo tutto questo gioco di flashback e colpi di scena una sovrastruttura non necessaria. Alla fine ero delusa e sfiancata, come lo si è di un gioco sterile durato troppo a lungo.
Non mi ha colpito né emozionato. Perché tutto questo gioco di flashback e colpi di scena, al contrario che nel film Memento, in The Prestige è una sovrastruttura non necessaria, atta solamente a disorientare, a stupire e a complicare una trama in realtà semplice e lineare (due apprendisti che in seguito a un incidente dalle tragiche conseguenze diventano rivali e nemici accaniti, ne inventano sempre di nuove per superarsi a vicenda, ossessionati l'uno dal successo e dai trucchi dell'altro). E a dimostrare che anche un film può essere un gioco di prestigio.
I personaggi non mi hanno suscitato particolare empatia, nessuno di loro per quanto nel cast ci fossero attori più (Christian Bale, Michael Cane) o meno (Scarlett Johansson, Hugh Jackman) validi. Troppe star comunque. Non che questo renda meno valido un film, ma qui, tutto questo dispiegamento di grandi nomi mi fa pensare.
Negli ultimi venti minuti ero davvero stanca, e non perché facevo fatica a star dietro alla trama, ma perché i colpi di scena che avrebbero dovuto stupirmi mi sembravano sempre più prevedibili e scontati (le sequenze in cui veniva svelato che Borden era in realtà due persone diverse, uno che tagliava le dita all'altro ecc, mi sono sembrate una barzelletta stantia), insomma, mi muovevo impaziente come quando al telefono cerco di liberarmi di un interlocutore che non mi molla mai. Prima di cominciare a vedere questo film, dopo aver visto Memento e Interstellar di Nolan (e sì, Interstellar mi è piaciuto tantissimo), mi ero seduta sfregandomi le mani in attesa di una cosa prorompente che mi avrebbe preso mente e cuore. Alla fine ero delusa e sfiancata, come lo si è di un gioco sterile che è durato troppo a lungo.
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