Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Dopo un buon debutto (il modesto Following, il meraviglioso Memento e il discreto Insomnia), Nolan decide di 'pensare in grande' e in sostanza di voler sfondare a Hollywood. Eccolo quindi che ritorna in campo con questo The prestige, thriller sul fascino e sulla persuasione dell'illusionismo, nonchè film in costume con cast stellare e produzione megalomaniacale (Warner, Touchstone). L'inizio fa già tremare i polsi: come se si trovasse di fronte a un pubblico di ritardati mentali, una voce fuoricampo spiega al pubblico in parole pover(issim)e le tre fasi in cui si dipana lo svolgimento di un numero di magia: la promessa (qualcosa di ordinario), la svolta (qualcosa di straordinario), il prestigio (il trucco finale, nel quale risiede il segreto e quindi il mestiere del prestigiatore). Niente da dire sull'aspetto tecnico del lavoro: Nolan è bravissimo (rendere il senso ansiogeno dei trucchi rappresentati nella pellicola non è certo una sciocchezza), la fotografia di Wally Pfister si è meritata - e giustamente - una nomination all'Oscar, gli interpreti sono assortiti con gusto e una strizzatina d'occhio al box office (Hugh Jackman, Christian Bale, Scarlett Johansson, Michael Caine, Piper Perabo, David Bowie) e la sceneggiatura del regista e del fratello Jonathan, da un romanzo di Christopher Priest, è scritta da indubitabili professionisti (ritmo, azione, sentimenti: c'è tutto e bene o male è tutto al suo posto). Cosa non va quindi in The prestige? La stessa cosa che non va in qualsiasi (altro) trucco illusionistico: se dietro alla cortina di fumo compare la solita colomba bianca o la solita donna segata a metà, l'applauso scaturisce per inerzia, ma stanco, o addirittura non scaturisce affatto. Bel trucco, Nolan! Ma che ti credi di aver detto? A suggerire tale parallelo (cinema/illusionismo) è poi il finale dello stesso film, che tanto per ribadire ottusamente il ruolo passivo e privo di libero arbitrio del pubblico non fa che ripetere l'iniziale premessa: ogni numero di magia consta di tre fasi, ed ecco che il lavoro si chiude drasticamente lasciando così la sensazione allo spettatore di aver assistito a qualcosa di 'magico'. Che, ovviamente, essendo questo film un decoroso e ordinato ammasso di piattume hollywoodiano, non c'è mai stato; Nolan, hai fregato il grande pubblico: che fosse questo il grande trucco? 5/10.
Inghilterra del primo Novecento; un grave incidente divide due illusionisti e li fa diventare acerrimi rivali. Nella lotta per scoprire l'uno i trucchi dell'altro non sono esclusi colpi bassi, così come nella lotta di ciascuno per primeggiare non c'è limite di ambizione; l'apice si raggiunge quando uno dei due inventa un trucco di teletrasporto.
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