Regia di Mario Bianchi vedi scheda film
Sebbene nel 1978 il poliziottesco fosse ormai un genere abusato e usurato, un minimo di pubblico per lavori di questo tipo c'era ancora: ecco quindi che un mestierante - e neppure fra i migliori - come Mario Bianchi (regista e autore di soggetto e sceneggiatura) sale in cattedra, con un cast composto interamente di semisconosciuti allo sbaraglio, per proporre un mix di situazioni, dialoghi e personaggi del filone. Lo sbirro manesco, i delinquenti dalle pistole facili, droga e ricatti, gli inseguimenti in auto (uno addirittura velocizzato, con involontario effetto comico!), la pupa costretta a prostituirsi, il cadavere nella vasca da bagno... Luoghi comuni a non finire, per una trama insulsa e un pugno di attori canini: il protagonista Lino Caruana, baffetto moscio e sguardo inespressivo, visse una breve parentesi fortunata in quegli anni di grande attività per il cinema nostrano di serie Z, per scomparire quindi assieme al 'genere'; la bella Antonella Dogan, prima e dopo una parte in A mezzanotte va la ronda del piacere (Marcello Fondato, 1975) ha combinato poco o nulla (era anche nel precedente La banda Vallanzasca, sempre di Bianchi); i nomi più celebri sono quelli di Al Cliver (che lavorerà anche in qualche horror di Fulci negli '80) e di Richard Harrison, frequentatore assiduo delle pellicole di Gariazzo, Batzella, D'Amato e altri di affine (rasoterra) livello. Bianchi girerà ancora qualche inqualificabile pellicola a budget minuscolo, di puro trash inconsapevole, fino a entrare - senza più uscirne - nel mondo della pornografia verso la metà degli anni '80. Colonna sonora di Stelvio Cipriani, che qui in mezzo pare Mozart. 1,5/10.
Nell'entroterra campano un commissario violento si ritrova a dover sgominare da solo una terribile banda dedita a ogni genere di crimine: dal ricatto all'assassinio, dalla prostituzione allo spaccio di droga.
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