Regia di Edwin Sherin vedi scheda film
Bob Valdez, vicesceriffo di origine messicana, è coinvolto in uno scontro tra l'allevatore Tanner, coadiuvato dai suoi uomini, ed un uomo di colore, accusato dal ranchero di essere un disertore colpevole dell'assassinio di un suo amico ufficiale. L'uomo di colore, assediato all'interno di una casupola, è insieme alla sua donna, una pellerossa Apache. Valdez apre una trattativa con l'uomo; tuttavia, a causa di una sparatoria scatenata da uno degli uomini di Tanner, è costretto ad ucciderlo per difendersi. Cerca di raccogliere del denaro per aiutare la vedova dell'uomo; Tanner risponde alla sua richiesta umiliandolo e torturandolo. Sfuggito alla morte, Valdez, prepara la vendetta, rapendo Gay Erin, donna dell'allevatore, e costringendo quest'ultimo ad un inseguimento in una zona selvaggia, ove il messicano ha buon gioco contro gli sgherri di Tanner. Un baffuto Burt Lancaster interpreta Bob Valdez in questo racconto di vendetta. Valdez è un personaggio complesso; la lunga esperienza nella "frontiera" ha temprato il suo carattere e la sua indole, rendendolo coraggioso, ma anche più umano e saggio. Tali qualità gli sono riconosciute mediante l'elezione a vicesceriffo. Si frappone con moderazione e diplomazia tra gli uomini di Tanner, personaggio borioso e prepotente, avvezzo al comando, ed un uomo accusato di malefatte che evidentemente non ha commesso. Costretto ad uccidere tale esacerbato personaggio, pur avendo agito per legittima difesa, cerca di porre riparo a quanto fatto promuovendo una colletta in favore della taciturna e rassegnata vedova indiana, ma non ha successo; Tanner ed i suoi, dopo averlo deriso e vigliaccamente torturato, mettono in grave pericolo la sua vita. Ciò scatena l'ira di Valdez, il quale, sostiuiti i panni del moderatore con quelli dell'uomo d'azione, sfida Tanner, attirandolo in un terreno nel quale stelle di sceriffo e censo hanno scarsa importanza. Elimina astutamente gran parte degli uomini dell'allevatore; incidentalmente, svela il mistero della morte dell'amico, della quale è responsabile Gay Erin, dura donna di "frontiera" infatuatasi del suo rapitore. Inevitabile uno scontro diretto tra Tanner e Valdez; il primo conta sull'appoggio dei suoi sgherri, ma costoro, sorprendentemente, rifiutano di eliminare il secondo, riconoscendo il valore del messicano e lasciando che l'allevatore lo affronti da solo. L'esito è scontato. Il regista Edwin Sherin ha una visione pessimista del West. I suoi "miti" - il personaggio dell'allevatore e l'ufficiale dell'esercito precedentemente assassinato - rivelano scarse qualità. Il primo è vigliacco, pomposo, pavido. Il secondo, apprendiamo, è stato ucciso dalla moglie; i motivi non sono noti, ma ci è dato immaginare, da come è caratterizzato il personaggio di Gay Erin, che ella avesse avuto un buon motivo per farlo. I veri eroi sono messicani, indiani, gente di colore, spesso ridotti ai margini ed a più riprese oggetto di disprezzo da parte dei "bianchi", che hanno facoltà di far i gradassi finchè agiscono in ambienti protetti (ranch di Tanner, la città). Ma, sulle montagne ... è tutta un'altra storia. Buona parte del film è ambientata in un ambiente selvaggio molto piacevole da vedere. La tensione non manca, anche se l'epilogo è assolutamente prevedibile. Fanno parte del cast, oltre a Burt Lancaster, Susan Clark nel ruolo di Gay Erin e Richard Jordan, nei panni di Davis, un giovane e pericoloso smargiasso al soldo di Tanner, capace di fare, tuttavia, anche qualche scelta giusta. L'allevatore è interpretato da Jon Cypher. "Io Sono Valdez" non brilla per originalità o tensione. E' comunque un film gradevole e stimolante; ho particolarmente apprezzato la ricostruzione, molto pessimista, della società del West proposta dal regista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta