Regia di Lindsay Anderson vedi scheda film
Un bel classico da rivedere e da riscoprire.
E' un bel classico da rivedere e da riscoprire. E' un dramma intenso, emotivamente coinvolgente, carico di tensione, profondamente tragico e senza speranza per i suoi personaggi. E' un film che tratta, tra le altre cose, delle differenze di classe nella società britannica, nell'impossibilità degli ultimi di risalire la scala sociale e di riscattarsi e nella condanna invisibile che aleggia sulle loro vite; ma è un film che mostra anche l'imbarbarimento delle classi più povere, che in fondo non vogliono altro che arricchirsi in una sfrenata e insensata scalata sociale volgare ed egoista. Io sono un campione è infatti una profonda critica alla società inglese, ai suoi falsi miti basati su consumismo e denaro e alla vacuità che ormai la affligge.
Il protagonista è un minatore che diventa, quasi per caso, un campione di rugby e si arricchisce. Grazie a ciò riesce a conquistare la sua padrona di casa che tanto brama, compra un'auto fiammante e finalmente può sentirsi al di sopra dei suoi pari. Tuttavia la crudeltà e l'arroganza della società in cui vive, il suo carattere fragile e instabile che ben contrasta con la rudezza dei suoi modi e con le sue spalle larghe, manderanno tutto all'aria. Richard Harris, nel ruolo principale, ci offre una prova d'attore di primo livello, alla pari dei giganti del periodo, dando vita a un personaggio contraddittorio, controverso, con molte sfaccettature, sensibile e dolce quanto violento e aspro, duro e determinato quanto delicato. Il suo personaggio corona alla perfezione un bellissimo film che tuttora risulta attuale e per nulla datato.
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