Regia di Tony Scott vedi scheda film
Cominciamo dal problema principale: l'inverosimiglianza della storia. Nel film si sostengono teorie scientifiche assurde secondo cui si puo' vedere il passato attraverso meccanismi sofisticati ed AGIRE su di esso. Uno pensa (lo penso anch'io) questi mi raccontano che esiste Babbo Natale! Ma occorre guardare la cosa da un altro punto di vista...Pare che Scott si sia avvalso anche della consulenza di uno scienziato che ha studiato questa teoria delle "stringhe spazio temporali", ma e' chiaro che tutta una mossa promozionale e dunque il segreto sta nel NON prendere sul serio queste teorie deliranti e godersi il fim SOLO come un ottimo thriller. E come thriller funziona benissimo. Un ritmo adrenalico ai limiti dell'ansiogeno impedisce allo spettatore di annoiarsi nonostante le oltre due ore di durata. Ambientato suggestivamente nella New Orleans post "Katrina", mostra le ferite ancora presenti nella citta' martoriata, citta' dove nulla sara' mai come prima.
Scusate se torno sull'argomento inverosimiglianza. Per fare una riflessione di carattere piu' generale sul tema "credibilità". Le teorie "para-fanta-scientifiche" del film si mostrano palesemente con tutti i loro limiti in evidenza e , dunque, trovo molto piu' gravi altri tipi di "depistaggi" ai danni dello spettatore...del tipo (mi scuseranno i fans di Russell Crowe...) di quando si vuol far credere che "anche gli squali della finanza hanno un cuore". Quando ci vogliono dare a bere che un cinico operatore economico che venderebbe la mamma per fare un nuovo conveniente affare finisce poi col fare il vignaiolo in Provenza per amore. Ecco: queste sì che sono cose non credibili!!! Con la differenza che i "viaggi nel tempo di Denzel" sono palesemente deliri di fantasia mentre "i drammi di trasformazione interiore" di Crowe vorrebbero apparire "umani". E invece noi sappiamo bene che chi opera in campo economico e degli affari non e' sensibile ne' alle belle francesine ne' ai vigneti della Provenza, perche'in testa ha solo il denaro.
Perfetto, nel ruolo di un patriota-killer-psicopatico.
Non e' piu' il Kilmer che conoscevamo, gli anni passano per tutti. Diciamo che adesso gli proporranno (suppongo) ruoli piu' "maturi".
Quando fa il poliziotto, ogni volta, il ruolo sembra calzargli a pennello. Anche stavolta.
Meno male che stavolta Scott ha saputo amministrare bene la propria tendenza al montaggio adrenalinico.
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