Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Esordio alla regia per Alessandro D’Alatri, che assieme al collega Gennaro Nunziante, scrive una commedia, per l’appunto, che di sexy però non ha nulla. Il titolo del film deriva dallo spettacolo teatrale mostrato nell’incipit del film, quando tutti i personaggi principali vengono presentati.
Il film si basa su una doppia coppia: il politico Bonfili (Bonolis) e la moglie (Silvia Rocca) e l’autista dell’onorevole (Sergio Rubini) con la moglie casalinga (Margherita Buy). Naturalmente le due coppie sono insediate dall’esterno: l’onorevole ha una tresca con l’avvenente soubrette interpretata da Elena Santarelli, mentre un cuoco (Michele Placido) fa il filo alla moglie dell’Onorevole. L’equilibrio si rompe quando i colleghi sospettano di Bonfili e lui farà passare la soubrette come amante del proprio autista.
Il film è carino e, per quanto racconti degli ambienti più torbidi della nostra Italia, tv e politica, mantiene un suo stile dignitoso, senza scendere nel trash o nel volgare. Troppo forte la tentazione di mostrare i seni nudi della Santarelli: D’Alatri però sa controllarsi, decide di fare un film diverso rispetto a quanto il titolo possa anticipare e sposta il tiro, narrando le vicende in questione, con determinate dinamiche solamente accennate.
La scrittura di D’Alatri e Nunziante non è impeccabile: si nota qualche problema nella traduzione trans-mediale: a tratti è palese che sia una storia con una matrice letteraria solo successivamente tradotta per il grande schermo.
Menzione per gli attori: Bonolis non è malvagio, ma scimmiotta troppo Sordi; la Santarelli non è poi così pessima; la Buy torna ai ruoli di moglie sfigata e depressa; la Rocca dà il meglio di sé nella scena in cui cerca di sedurre il marito; Placido è guascone quanto basta; Rubini in una delle sue migliori interpretazioni. Camei di Papaleo e Wertmuller.
Film discreto, peccato per la parte finale in cui le vicende si concludono o scontatamente Rubini/Buy) o in maniera troppo balzana (l’amore improvviso della Rocca e la penitenza monastica di Bonolis).
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