Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Un film minore di Ridley Scott che, pur tra tanti difetti, merita di essere riscoperto.
Sì, è vero, è un film con tanti problemi (superficiale caratterizzazione dei personaggi secondari, dosi eccessive di melassa, scarsa profondità psicologica dei protagonisti, sguardo piattamente turistico alla Provenza) ma c'è una tale sincerità di racconto nella (stereotipata, è vero) storia di riscoperta dei veri valori della vita da parte di un cinico broker londinese che mi chiedo come si faccia a non restarne ammaliati, a partire dalla straordinaria partitura musicale di Marc Streitenfeld, vero punto di forza della pellicola.
Il film, peraltro, rivisto oggi, è un chiaro manifesto dell'estetica cinematografica anni '00 che, tra frequenti stacchi di montaggio, invadenza della colonna sonora (anche non originale: ascoltiamo anche Moi... Lolita di Alizée e Chances degli Athlete), continui ammiccamenti al pubblico e riferimenti nostalgici ad un'infanzia perduta, ne mette in evidenza quasi per antifrasi la natura patinata per mezzo di una splendida fotografia antinaturalistica.
Ridley Scott ha fatto meglio? Assolutamente sì, ma ha fatto anche decisamente peggio.
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