Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Per carità: è un esordio importante - nel suo piccolo - e che già lascia intendere che abbiamo di fronte un autore intelligente, determinato (quasi spudorato, anzi) ed anticonformista; purtroppo però parliamo di un film girato con mezzi di fortuna e attori improvvisati, su una trama composta principalmente di scenette non sempre linearmente legate fra loro, finalizzate in buona sostanza ad esprimere il Moretti-pensiero sui massimi sistemi. In questo modo, è vero, viene inquadrata un'intera generazione attraverso i suoi dubbi, le sue ansie e le sue nevrosi; è però uno sguardo soggettivo e limitato, per quanto acuto, che, se dipana la matassa su tante questioni, ne lascia in sospeso per lo meno altrettante. La (/una) domanda che in fondo sembra voler suggerire Io sono un autarchico è: ma c'è stato realmente un '68? O meglio: abbiamo davvero vissuto il '68 o eravamo troppo impegnati nelle nostre quotidiane preoccupazioni e rassicurazioni?
Lasciato dalla ragazza (con tanto di bambino a carico), Michele si fa coinvolgere dagli amici nell'allestimento di una sgangherata rappresentazione teatrale; nel frattempo scorrono le riflessioni sulle donne, l'amore, la vita, la politica, la filosofia, il cinema e sulla generazione dei venti-trentenni degli anni '70.
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