Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Per carità: è un esordio importante - nel suo piccolo - e che già lascia intendere che abbiamo di fronte un autore intelligente, determinato (quasi spudorato, anzi) ed anticonformista; purtroppo però parliamo di un film girato con mezzi di fortuna e attori improvvisati, su una trama composta principalmente di scenette non sempre linearmente legate fra loro, finalizzate in buona sostanza ad esprimere il Moretti-pensiero sui massimi sistemi. In questo modo, è vero, viene inquadrata un'intera generazione attraverso i suoi dubbi, le sue ansie e le sue nevrosi; è però uno sguardo soggettivo e limitato, per quanto acuto, che, se dipana la matassa su tante questioni, ne lascia in sospeso per lo meno altrettante. La (/una) domanda che in fondo sembra voler suggerire Io sono un autarchico è: ma c'è stato realmente un '68? O meglio: abbiamo davvero vissuto il '68 o eravamo troppo impegnati nelle nostre quotidiane preoccupazioni e rassicurazioni?
Lasciato dalla ragazza (con tanto di bambino a carico), Michele si fa coinvolgere dagli amici nell'allestimento di una sgangherata rappresentazione teatrale; nel frattempo scorrono le riflessioni sulle donne, l'amore, la vita, la politica, la filosofia, il cinema e sulla generazione dei venti-trentenni degli anni '70.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Caro Miguel, sono d'accordissimo sulla recensione ma no sul voto che trovo eccessivo. Il film è un caleidoscopio di scenette assemblate caoticamente e pertanto pur considerandolo Moretti un autore intelligente il film non ne è all'altezza. Nel 65 (prima del 68), mio fratello frequentava l'Università "La Sapienza" di Roma dove abitavamo e in quell'anno iniziava il preambolo per il 68. Io ero in servizio a Grazzanise e settimanalmente mi recavo a Roma per incontrare Anna e in una occasione ho trovato mia madre preoccupata per mio fratello che non veniva a casa in quanto si trovava nell'Università occupata. Per tranquillizzare mia madre mi sono recato sul posto per rendermi conto della situazione e col fatto che ero un militare i poliziotti mi hanno fatto passare. Ho potuto constatare che stava bene e in compagnia di colei che diverrà, purtroppo sua moglie e mia cognata. La sua rovina. Un caro saluto
Ciao Pino, questo è uno spunto molto interessante. "Il '68 in Italia è mai realmente esistito?", sembra chiedere il film di Moretti. E tu mi stai praticamente dicendo che è esistito e non è mai esistito: si è sempre fatta occupazione, autogestione, sciopero come se fosse un diritto a prendersi qualche libertà, una estemporanea vacanza dai propri doveri. Ma la contestazione vera e propria non si è mai vista, quantomeno non in quel periodo (negli anni '70 sì, ma quello è un altro discorso anche dal punto di vista storico-culturale). Ricordo una vecchia intervista a Paolo Villaggio - altro intellettuale ben mascherato da giullare, come occorre fare in Italia per sopravviere, purtroppo - nella quale l'attore sosteneva una tesi simile: il '68 in Italia l'abbiamo captato dalla radio e dalla tv, ma mai vissuto sulla nostra pelle. Perdonami se ho scritto delle fesserie, sono solo alcune idee sparse sull'argomento, del quale in fin dei conti so poco o nulla.
Caro Miguel, io non so cosa abbia detto con precisione Villaggio, ma ti posso dire che mio fratello, frequentando la sua ragazza ha cominciato a inserirsi idealmente alla sinistra-sinistra praticamente “Lotta continua”. Essendo allevato in una famiglia di sani principi ed avendo un cervello fuori del comune si è dedicato principalmente allo studio e sempre meno all'ideologia al contrario della ragazza (purtroppo futura cognata). Ovviamente, essendone innamorato, la considerava intelligente come lui se non di più al contrario di mio padre che diceva “se Agnese si laurea a me mi fanno Presidente della Repubblica”. Al proposito, trovandomi a Roma dai genitori è arrivata una lettera della zia di Agnese e mio padre la ha aperta e leggendola ha esclamato! “vuoi vedere che mi fanno Presidente della Repubblica, Agnese ha superato tre esami” poi “ha, volevo dire, l'esame del sangue, dell'urina e … (non ricordo la terza)” Infatti Agnese non si è laureata e mio padre non lo hanno fatto Presidente. Mio fratello non solo si è laureato con il massimo dei voti ma è divenuto Professore all'Università di Perugia e “Delfino” del Prof. Paolo Sylos Labini. Purtroppo quando si dice l'amore è cieco ha le sue ragioni. Non ti voglio tediare ma purtroppo le ideologie “spinte” possono essere dannose. Un caro saluto a te e a Livia.
Altro che tediare, un quadretto molto preciso, a suo modo divertente e... appuntito di un certo tipo di persona (o, forse, meglio dire personaggio qui). Qualsiasi ideologia, quando diventa estremismo o fanatismo, procura solamente danni: sono d'accordissimo. E dal '68 immagino siano usciti in tanti forgiati in tal modo. Grazie e a presto!
Commenta