Regia di Goutam Ghose vedi scheda film
Sequel a colori – ma notevolmente ingrigito nel contenuto – di "Giorni e notti nella foresta". I riferimenti all'attualità e al tempo che è trascorso (l'undici settembre e il terrorismo internazionale, la medicina da assumere ad orari regolari, il cellulare, la martellante insistenza sul "c'era un volta" e le melodrammatiche rievocazioni dei traumi del passato) hanno un effetto imbolsente sul racconto, che procede a stento, in mezzo a un'allegria artificiosa e priva di slancio, in cui anche la poesia e il canto hanno l'opacità di un cimelio da rispolverare. I dialoghi ondeggiano tra la banalità e il didascalismo, con l'aggravante dei luoghi comuni (da "Il cinema imita la vita" a "I gatti neri portano sfortuna"). L'inserimento di spezzoni dell'opera originale di Satyajit Ray non fa che accentuare un confronto già impietoso. La distanza dal prodotto di cassetta bollywoodiano è davvero breve.
Classica fiction familiare, inutilmente trapiantata in un contesto agreste. La cultura indiana appare ridotta all'ossessione per il tè ed i suoi derivati, ed il preteso interesse sociologico ed etnologico di questa vicenda è pressoché nullo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta