Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY
Quattro amici trentenni dell'alta borghesia o comunque solidamente inseriti nella realtà cittadina della grande metropoli di Calcutta, decidono di trascorrere una breve vacanza tra le foreste di Palamau, una zona abitata da gente semplice e contadini per nulla avvezzi alle comodità a cui sono abituati i quattro scanzonati amici. Le difficoltà già si intravedono al momento di stabilirsi in una delle rare strutture ricettive locali, che i quattro trovano chiusa, con un guardiano che i ragazzi cercano di indurre ad accoglierli, nonostante l'assenza del proprietario.
In seguito il gruppo troverà anche un poveraccio disposto ad andare a comprare viveri per la cena, ed inizieranno non di meno a guardarsi in giro per trovare ragazze locali disposte a divertirsi in loro presenza.
Tra imprevisti e contrattempi di ogni genere, l'atteggiamento baldanzoso e spesso irresponsabile dei quattro, si trasformerà in un sentimento decisamente più maturo di consapevolezza delle condizioni, spesso al limite della sussistenza, in cui si trovano a vivere gli abitanti locali, spingendoli finalmente a riflettere sulla loro condizione di privilegiato, spesso arroganti ed indifferenti alle altrui sofferenze.
La storia corale fornisce al gran cineasta Satyajit Ray, da sempre acuto osservatore delle incongruenze sociali ed economiche che affliggono la sua India ed il suo Bengala, l'occasione più opportuna ed utile per riflettere con la opportuna amarezza di fondo sulla linea di confine invalicabile che resta tracciata come una inviolabile linea di demarcazione, invalicabile ed immutabile, che finisce per distinguere inesorabilmente, nel mondo e in particolare nella società indiana, la popolazione in base ad un diritto di nascita acquisito senza merito, e per questo mantenuto senza particolari meriti o demeriti di sorta.
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