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Io sono la legge

Regia di Michael Winner vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Io sono la legge

di rocky85
7 stelle

“Ci sono uomini che fanno le cose come vanno fatte, non si piegano e non vengono a patti”.

Uno di questi è sicuramente Jared Maddox (Burt Lancaster), incorruttibile e tenace sceriffo della cittadina di Bannock. Un bel giorno, Maddox si presenta a Sabbath, città in cui spadroneggia il mandriano Bronson (Lee J. Cobb), con un mandato di arresto per alcuni degli uomini di quest’ultimo, colpevoli di aver ucciso un uomo durante una notte di sbornia a Bannock. Nonostante nella cittadina tutti gli si rivoltino contro, Maddox è deciso a portare avanti il suo compito. Anche lo sceriffo di Sabbath, il vecchio e stanco Cotton Ryan (Robert Ryan), tenuto a libro paga dallo stesso Bronson, cerca in tutti i modi di dissuaderlo ma non potrà evitare la scia di sangue che Maddox si porta con sé.

Sotto le sembianze di un western violento e pieno di azione, a tratti anche rozzo, Io sono la legge nasconde una interessante riflessione sulla violenza e sulla legalità quale unica ancora di salvezza in un mondo ancora selvaggio come il vecchio West. Gran merito è della sceneggiatura di Gerald Wilson, che tratta queste tematiche in modo non banale caratterizzando una serie di personaggi non facilmente etichettabili né distinguibili tra buoni e cattivi. “Uno sceriffo è un uomo che uccide altri uomini, e lo fa per mestiere”, dice Maddox, uomo della legge (il “lawman” del titolo originale) apparentemente duro e privo di sentimenti, in realtà tormentato tra un destino inevitabile di giustiziere e un (celato) desiderio di tranquillità. Gli fa da contraltare il personaggio dell’anziano e disilluso sceriffo Ryan, un tempo infallibile pistolero ora ridottosi a fare il facchino alle dipendenze del boss di turno, irriso e sbeffeggiato da tutti, volontariamente deciso a farsi da parte perché “non ho più lo stomaco di seminare altra morte”. Lo stesso Bronson non è affatto un cattivo monodimensionale, anzi: uomo potente fattosi da sé, ormai stanco di violenze e di assassinii perché convinto che “non è mai giusto uccidere”. Tutti cercheranno di fermare il compimento di un tragico destino ed una scìa di morte in realtà inarrestabile. La sceneggiatura affronta anche la tematica della legalità all’interno di una piccola comunità: i cittadini di Sabbath meschinamente si coalizzano dal primo all’ultimo contro il duro giustiziere, lo temono, lo guardano male. “Ho visto gente come voi in tutte le città del West”, dice loro lo sceriffo, “volete la legge ma volete che faccia tutto in silenzio senza darvi troppo fastidio!” Strepitoso il reparto di interpreti: Burt Lancaster, come al solito roccioso e monumentale, nasconde una maschera di dolore nel suo complesso personaggio; Robert Ryan, in uno dei suoi ultimi ruoli, è indimenticabile nel ruolo del malinconico uomo della legge, piegato dalle avversità della vita; Lee J. Cobb tratteggia bene le sfumature di un proprietario terriero stanco e pensieroso. Michael Winner, regista di origine britannica emigrato negli States e votatosi al cinema d’azione, non è mai stato un autore eccelso. Qui fa un uso insistito di zoom e primi piani e sembra affascinato, quasi masochisticamente, dalla violenza della storia. Del resto, Io sono la legge è chiaramente influenzato dal mutamento del genere western iniziato verso la fine degli anni Sessanta, e soprattutto dai toni rozzi del western all’italiana. Pur con i suoi difetti, resta comunque il miglior lavoro diretto da Winner, ed un film che si dimostra molto meno superficiale di quanto possa sembrare ad un primo sguardo.

 

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