Regia di Jonathan Liebesman vedi scheda film
Uno degli escamotages del cinema di oggi , non così fiorente di idee anche quando gli incassi sono quelli solidi di Hollywood, è l'azzeramento delle serie più redditizie. Se infatti di "Guerre stellari" abbiamo già conosciuto le origini , anche "Batman begins" è risultato quel che si dice un buon affare. Nell'horror, sono usciti un remake-prequel di "Halloween" e questo antefatto di "Non aprite quella porta":se il rifacimento di Marcus Nispel era fatto con i criteri del nuovo cinema pauroso ed era nella sostanza un lavoro di discreto livello, il racconto del passaggio ad una dieta antropofaga della famiglia di Leatherface ha un buon avvio. Il vuoto delle strade texane sperse su campi traboccanti miseria e isolamento è ben descritto dalla regia, l'idea di ambientare la storia nel 1969, in piena guerra nel Vietnam, con le due coppie protagoniste la cui componente maschile deve partire per il fronte non è per niente scadente. però, pur durando esattamente settanta minuti , il film ha parecchie stiracchiature e cadute in un sanguinario e ripetitivo dejà-vu: e la potenziale critica alla reazionaria ferocia familista del clan di cannibali perde d'interesse nella sequela di violenze perpetrate a passo di carica. Quindi, la dimensione folle di un paese del "mondo civilizzato" in cui, lungo una strada cammina un colosso di due metri armato di moto sega perde la sua allucinata paradossalità e lascia troppo spazio ad accelerate grondanti liquidi corporei e frattaglie varie.
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