Regia di Jonathan Liebesman vedi scheda film
Genesi e primi massacri di Leatherface e della sua ripugnante famiglia di cannibali: inutile prequel di un classico dello splatter anni ’70, originariamente diretto da Tobe Hooper e già oggetto di remake nel 2003. La confezione è lussuosissima, l’estetica quasi da videoclip, la fotografia ricalca in maniera estetizzante (e un po’ ruffiana) i colori caldi delle pellicole anni ’70: insomma ogni dettaglio è perfettamente calibrato per compiacere i tanti appassionati del genere, peraltro offrendo la chiave interpretativa di alcuni elementi del film originale (Leatherface come si è fabbricato la sua maschera di pelle?). Ci si chiede, tuttavia, al di là del compiacimento dell’appassionato, quale possa essere il senso di operazioni come questa: un film morboso e compiaciuto nel catalogare le sue nefandezze, ma mai ironico e liberatorio, una trama del tutto prevedibile ed inesistente (quattro ragazzi finiscono nelle grinfie dei cattivi, segue massacro), dei dialoghi praticamente assenti con la fastidiosa reiterazione delle lunghissime ed irritanti farneticazioni del vecchio Hoyt. Il film originale aveva un certo fascino, soprattutto perché figlio di una determinata epoca storica, della quale atmosfera era profondamente impregnato e per l’affascinante artigianato degli effetti speciali: questo prequel è un irritante giocattolone hi-tech progettato per l’usa e getta distratto di una generazione cresciuta a palmari e i-pod. Con l’ulteriore imperdonabile aggravante di essere terribilmente noioso.
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