Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
Non conosco il francese, ma, anche se il titolo del film di Schroeder (lasciato ingannevolmente inalterato nella versione circolata in Italia) rimanda alle tenutarie degli esercizi chiusi dalla Legge Merlin, direi che bordelli e compagnia non c'entrano niente. Qui Maitresse significa, in senso proprio, padrona (Personne qui a un pouvoir de domination sur les êtres ou les choses. − Personne qui a quelqu'un sous sa dépendance, sous son autorité), qui specificamente in senso sessuale sadomasochista. Niente di morboso, comunque: la protagonista (Ogier) si fa pagare, ma non è una prostituta; piuttosto, la si potrebbe definire una terapeuta, molto professionale, per clienti/pazienti masochisti, sui quali esercita le pratiche sadiche che essi pretendono. Con esiti talvolta disturbanti e talaltra volta inevitabilmente comici, come quando Olivier (Depardieu), penetrato nel sancta sanctorum della compagna, picchia un cliente chiuso in una gabbia e quello protesta "ahi! mi fai male!" (viene in mente quella freddura secondo la quale «dopo una fase di studio, i due pugili sono venuti alle mani»). Le parti migliori del film, in ogni caso, sono, secondo me, l'inizio - durante il quale Olivier ed il suo amico Mario, sotto la copertura della vendita di libri d'arte, studiano appartamenti da svaligiare - ed il finale, quando Olivier vaga per Parigi, finendo al mattatoio, dove vengono macellati i cavalli.
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