Regia di Lucio Gaudino vedi scheda film
Gerry Scotti rubacchia giocattoli e maledice il Natale. Babbo Natale si incazza e manda Lino Banfi a farlo ragionare. Ma Lino Banfi scopre che Gerry Scotti è cresciuto in un orfanotrofio dove il Natale era disprezzato; Micaela Ramazzotti allora ricongiunge il ladruncolo alla madre mai conosciuta, una vecchia che viene sfrattata di casa la vigilia di Natale. Il figlio appena ritrovato le dà 25mila euro cash per saldare i debiti, poi va a menare i suoi ex complici e a restituire i giocattoli ai bambini. Ma un ex complice accoltella Gerry Scotti e Babbo Natale lo deve operare d’urgenza.
Un capolavoro di kitsch, nonsense, bizzarro e iperreale, un film che – se non fosse spesso involontariamente esilarante – potrebbe giocarsela con quelli dei Monty Python’s. Il mio amico Babbo Natale 2 è il sequel, a un anno di distanza, di una fiction televisiva Mediaset moscia e insipida, diretta da Franco Amurri e platealmente orientata al nulla idoneo alla fruizione domestica del lavoro. Ma per il secondo capitolo, pur ricalcando di nuovo i toni e i temi del Canto di Natale di Charles Dickens, la musica almeno in parte cambia: cambia la guida dietro la macchina da presa (Lucio Gaudino) e c’è indubbiamente la volontà di raggiungere il distratto pubblico del mezzo catodico, così come quella di assecondare una morale ciecamente positiva e ottimista in linea con l’atmosfera delle festività di fine anno; ma c’è anche un deciso passo avanti verso la comicità assurda, destabilizzante che nella sceneggiatura di Paolo Marchesini e Francesca Demichelis trascina personaggi insospettabili (il presentatore di telequiz Gerry Scotti, l’attore demenziale Lino Banfi, riconvertito a simpatico nonno per il piccolo schermo, l’attrice Micaela Ramazzotti, ancora lontana dalle sue prove migliori e francamente qui traballante) in situazioni che variano dall’ironico al grossolano, scritto con approssimazione. Il risultato è sorprendentemente divertente, seppure come già rilevato non di frequente contro le effettive volontà degli autori. Parti marginali anche per Gianni Fantoni, Sergio Graziani e Pamela Villoresi; musiche di Andrea Guerra; produce Pietro Valsecchi. 2,5/10.
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