Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Attratto dal lusso e dalle belle donne, negli anni Sessanta il criminale Luciano Lutring - ribattezzato dai media, con scarsissimo fondamento, "il solista del mitra" (ma anche il titolo del film è fuorviante; Lutring non arrivò mai all'omicidio) - divenne un caso nazionale per via di una serie di rapine a oreficerie, quasi tutte compiute con l'arte della spaccata, ossia la vetrina rotta con un'accetta.
Caso più unico che raro di instant movie su un personaggio divorato da un'immeritata celebrità, persino privo del physique du rôle che gli veniva attribuito. Non a caso, il film si chiude a processo ancora in corso: la carriera criminale di Lutring si fermò con l'arresto in Francia. Lizzani ricostruisce la traiettoria delinquenziale del bandito lombardo, imbastendo un film teso, nervoso, in linea con il suo cinema ruspante, senza fronzoli né virtuosismi, che qui arriva alla sfacciataggine di servirsi di un attore (l'austriaco Robert Hoffmann) con una fisiognomica diversissima da quella del vero Lutring.
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