Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Curiosa metafora dell'impossibilità di amare, che vede una protagonista eternamente dubbiosa sulle persone che ha al suo fianco, ma certa della venerabilità dei trapassati. Vanda non è capace di relazionarsi al suo prossimo, alla presenza concreta degli esseri umani che la circondano, ma tende all'inaccessibile ed all'irrealizzabile: cosa c'è di più fisiologico, intrinseco nell'uomo? Manca probabilmente la parte spirituale-religiosa della riflessione, ma per quanto essenziale la storia non è affatto semplice (e il film dura in effetti due ore). Interessante.
Una vedova si è risposata, ma vive nel culto del marito morto. Tanto che il secondo marito finisce per suicidarsi. Di nuovo sola, scopre che il primo marito è ancora vivo: rinasce la passione, che è però destinata a crollare subito: lei ora ama il secondo marito, quello realmente morto.
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