Regia di Emmanuel Mouret vedi scheda film
Un film piccolo piccolo,quasi trasparente nel suo esibito minimalismo.Ma anche nella sua apparente modestia triesce a scaldare il cuore riuscendo a mescolare abilmente le chiacchiere senza fine di Rohmer,l'ironia melanconica di Allen,la freschezza dei film d'amore di Truffaut più lievi e l'incompiutezza dei sentimenti tipica di alcuni film di Sautet.Un film da camera,pardon da mono o bilocale in cui abbondando i dialoghi e gli intrecci sentimentali.Anche se bisogna dire come sempre succede in questo tipo di film,il finale è prevedibile fin dall'inizio.Il film di Mouret è un opera affabulatoria che riesce a conquistare per il suo continuo oscillare tra ironia e malinconia,la gioia dei sentimenti che si schianta contro l'angustia degli spazi,un balletto amoroso che intenerisce soprattutto quando lo sguardo coincide con quello del protagonista maschile,quasi un Candido voltairiano di disarmante ingenuità incapace di difendere con le unghie e con i denti l'oggetto del proprio sentimento tanto a lungo agognato forse proprio perchè vittima di un certo fatalismo.La forza di un film come questo risiede soprattutto nella capacità degli attori di colorare e dare vita a dei personaggi credibili.E qui riesce quasi miracolosamente con un plauso particolare a Frederique Bel,buffamente sexy,a prima vista garrula bionda senza tanto sale in zucca ma che ben presto rivela la sua dolcezza silente nascosta dietro un muro di parole.Da un certo punto di vista può anche essere visto come un film sulla precarietà dei sentimenti figlia naturale della precarietà di ruolo nella società moderna.Non è un caso che tutti i protagonisti del film di Mouret siano a loro modo dei precari sia nel lavoro che nella vita,eccetto la Julia oggetto del desiderio del placido suonatore di corno che è ancora circondata dalla bambagia della sua famiglia danarosa.Cambio di indirizzo è un film piccolo come gli appartamenti in cui è ambientato,monolocali plurifunzione o microappartamenti openspace in cui la distanza tra le due stanze che lo compongono non è data da una porta ma da una scalinata.Anzi le porte occupano troppo spazio per cui meglio eliminarle sacrificando l'ultima parvenza di privacy. E'un film anche sulla casualità che diventa primo motore di una vita altrimenti soffocata dalla contingenza quotidiana,sull'amicizia che può trasformarsi ben presto in qualcosa d'altro,su quanto può essere piacevole leggere insieme un libro o una rivista al calduccio sotto le coperte....
si adegua agli spazi stretti
comico ,involontariamente a volte
sexy e buffa,un connubio mortale
immoto oggetto del desiderio
poco più di un cameo
la musa di Guediguian è sempre bene accetta
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