Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Un moralismo piccolo piccolo pervade un film che non si decide mai se pendere dal versante della commedia (e quando lo fa è piuttosto farsa) o da quello della tragedia (sprofondando irreparabilmente in un qualunquismo banalizzante). La critica di Sordi ai costumi moderni è annacquata, la sua regia per lo meno discutibile; insindacabile ovviamente la prova d'attore, come per la Vitti.
Impiegato di mezza età, Sordi scopre grazie ad un detective privato che la moglie lo tradisce e la figlia si droga. La commedia diviene tragedia.
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