Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Il film fila via innocuo, ben fatto, ben fotografato, recitato così così. E' una montagna che partorisce il topolino, perché con tanto ben di Dio a disposizione (i mezzi non sono certo mancati a Monicelli) il risultato è di un anonimato sconcertante. Fa quasi rimpiangere "Scemo di guerra", il film che Dino Risi trasse dal medesimo soggetto nel 1984. Si capisce abbastanza poco il senso di questa operazione, anche se va pure detto che nella nostra cinematografia il "filone coloniale" è stato sfruttato abbastanza poco (mi vengono alla mente soltanto un paio di film sulla battaglia di El Alamein, il sopra citato "Scemo di guerra", "Tempo di uccidere" di Montaldo e, se proprio si vuole, "I due nemici" di Guy Hamilton). Però, se i risultati devono essere questi, meglio così. Curioso il personaggio affidato a Michele Placido, mentre è sprecato haber ed abbastanza inconsistente Giorgio Pasotti. Evitabile la macchietta di Tatti Sanguineti. Moran Atias e Claudio Bigagli si vedono a malapena.
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