Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Dopo un passato turbolento alle spalle costellato anche da problemi di alcolismo, Timothy Treadwell decide di passare dei lunghi periodi in una zona sperduta dell’Alaska in compagnia degli orsi selvaggi. Il compito è quello di “proteggerli”, di filmarli e di studiare il loro comportamento. Timothy sa bene che gli orsi sono assai pericolosi e potrebbero ucciderlo da un momento all’altro, ma non esita ad avvicinarsi fino quasi toccarli, credendo di avere trovato il segreto di restare in loro compagnia senza correre rischi. Fino al giorno in cui qualcosa va storto: Timothy e la sua ragazza - la quale lo accompagna durante alcune spedizioni - vengono trucidati da un orso selvaggio.
Al centro della filmografia di Herzog vi è la figura del pazzo sognatore, il fitzcarraldo che impiega la sua vita in una missione tanto assurda quanto poetica. Per forza di cose Herzog deve avere trovato affascinante la figura di Timothy, il fitzcarraldo degli orsi, l’uomo dalla missione tanto pazza quanto poetica. Attraverso interviste e soprattutto attraverso gli stessi filmati girati da Timothy, Herzog ricostruisce le avventure di questo visionario che riusciva a trovare equilibrio solo nella natura selvaggia, rischiando la vita per qualcosa di apparentemente inutile. Il documentario è bello, commuovente, poetico: Timothy gioca con gli orsi, con le volpi, a volte come presagendo il suo terribile destino ma fregandosene: l’immagine con cui si chiude il
documentario è di per sé significativa e dice tutto: lo vediamo che passeggia tranquillamente, come se nulla fosse, con due enormi grizzly alle sue spalle che ne seguono il passo. Sicuramente uno dei migliori lavori di Herzog.
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