Regia di Werner Herzog vedi scheda film
l'inizio del film l'ho vissuto come quando mi accinsi a vedere per la prima volta cannibal holocaust. quando sono arrivato alle famigerate scene di ammazzamenti di animali o a quelle della violenza nella fanghiglia sul fiume o dell'impalamento. timothy treadwell era morto mentre vedevo le sue immagini e vederlo così vicino a quegli immensi animali mi faceva star male. ora che so che forse ha trovato pace dilaniato dalle fauci di uno di quegli animali che adorava innaturalmente, la sua smania fondamentalista ha un senso. un senso che comunque va oltre al "buon senso" dei tempi che si vivono e che forse sono tempi che sono inevitabili. non possiamo permetterci di vivere in un mondo sovraffollato. e allora per poter mantenere un equilibrio all'interno delle riserve e dei parchi occorre programmare abbattimenti. con gli uomini intervengono guerre, malattie e fame. con gli animali intervengono gli umani. così herzog ci accompagna nei labirinti mentali di un uomo che aveva perso quello che si chiama il senso della realtà comune. nelle interviste viene detto che la fine che ha avuto se l'è cercata e meritata. viene detto che il suo modo di proteggere gli animali era sbagliato. troppo inserito nella comunità degli orsi, troppo vicino a loro. tant'è che il capobranco di volpe gli era affezionato come un cagnolino domestico. indagando nei suoi diari sappiamo che anche la compagna meditava di lasciarlo. le ultimi immagini ce lo mostrano di spalle in cammino con le volpi o con i suoi orsi. troppo lontano sia dagli umani che dagli animali, una via di mezzo che lo avrebbe forse reso pazzo.
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