Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Vigorosa incursione di Anthnony Mann nel mondo del crimine, simile a quella di "Mercanti di uomini", e forse addirittura migliore. Seguendo sempre il modello simil-documentaristico (soprattutto all'inizio e alla fine, con voce narrante), il regista racconta la storia di come due poliziotti si infiltrano in una grossa banda di falsari, riuscendo a sgominarla, benché a carissimo prezzo. L'accento viene posto sulla crudeltà e sulla spietatezza di questi criminali, facendo vedere come l'unica cosa che conta per loro è il denaro, mentre la vita umana vale assolutamente niente. Il messaggio è che il crimine alla lunga non paga nessuno, né i fedelissimi al mega-capo, né i collaboratori occasionali, né gli "ex". La morte violenta o l'arresto incombono su tutti.
Mann gira praticamente un noir, notturno e scuro, e si avvale ripetutamente delle potenzialità della fotografia in bianco e nero: controluce, ombre, il fumo della sigaretta illuminato, stanze buie e insidiose, dove spesso nelle tenebre qualcuno ti aspetta per ucciderti. La tensione è buona e non molla mai, specie nel finale. L'esecuzione del poliziotto è girata in modo magistrale, e fa vedere cos'era l'arte del cinema che fu.
L'attenzione viene posta sulla trama e su come agiscono le bande di falsari, quindi i personaggi non sono l'oggetto principale. Colpiscono tuttavia le due donne: una ambigua e infida, cioè la fotografa del night; l'altra cattivissima e glaciale, cioè la fiduciaria del capo supremo (che non si vede mai).
Complice dell'oblio in cui è incorso il film è certamente il fatto che non vi sono divi tra gli attori (oggi quasi una sentenza al dimenticatoio per una pellicola), benché tutti gli interpreti siano bravi, specialmente lo sconosciuto protagonista Dennis O'Keefe. In ogni caso è un film sicuramente da riscoprire, perché a tutte le carte per piacere a molti.
PS: sciocco titolo italiano, perché per noi T-men non vuol dire niente.
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