Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Prima di passare alla RKO, Mann girò alcuni film con la piccola Eagle-Lion, casa di produzione indipendente specializzata in noir.
T-Men è uno di quelli. Un classico esempio della tendenza "realistica" del genere, ibrido di noir e documentario.
Il film presenta molte curiosità (fin dall'inizio, con l'introduzione presentata dal vero capo dei T-Men, nonchè membro della task-force contro Al Capone).
I protagonisti sono due agenti infilitrati in una gang di falsari. Anche questo è un tema tipico di certa produzione hardboiled, che sfrutta così la suggestione della doppia identità e dell'ambiguità di chi si trova a muoversi sospeso tra il mondo della legge e quello dell'illegalità (e a questo aspetto si lega la scena forse più forte del film, l'omicidio di uno dei due poliziotti).
Nel complesso, purtroppo, il film è reso datato da un'invadente e pedante voce over, che trasforma la visione nell'ascolto di un audiolibro.
I veri motivi d'interesse stanno nel buon cast e, soprattutto, nella splendida fotografia di John Alton, maestro nel creare volumi e profondità dal nulla, con un semplice fascio di luce piazzato al posto giusto.
Classico titolo minore, che piacerà (o comunque interesserà) agli appassionati del genere e ai cultori di Anthony Mann. Gli altri possono sorvolare.
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