Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Poliziesco autoritario e repressivo confezionato con l'aiuto del Dipartimento del Tesoro statunitense, "T-Men contro i fuorilegge" trae il massimo profitto dall'esemplarità della missione illustrata (due agenti "undercover" disposti a tutto pur di portare a termine il loro dovere) per concentrarsi sul vigore e sulla perentorietà della messa in scena. Sulla base di una sceneggiatura che non dà adito a sfumature o ambiguità (i gangster sono banditi senza scrupoli, gli agenti eroi senza macchia, il crimine non paga), Anthony Mann e il direttore della fotografia John Alton possono sbizzarrirsi in temerarie composizioni visive e acrobatiche soluzioni di illuminazione.
Intensificata da una decisa impronta semidocumentaristica, l'aggressività figurativa di "T-Men" si nutre sia della cruda autenticità delle location (numerose le sequenze girate per le strade di Detroit e soprattutto Los Angeles) sia del polso registico di Mann, che, magnificamente assecondato dall'estro luministico di Alton, piazza sistematicamente la macchina da presa negli angoli di massima tensione compositiva, prediligendo le riprese dal basso o le inquadrature spezzate da oggetti d'intralcio. Ne deriva una costante impressione di "immersione nell'underworld" e minaccia incombente sempre sul punto di tradursi in improvvise esplosioni di violenza (cosa che del resto si verifica in numerose occasioni).
Ma oltre al virtuosismo fotografico di Alton e alla regia obliqua di Mann, il valore aggiunto di "T-Men contro i fuorilegge" è rappresentato dal ritmo nervoso e sferzante creato da un montaggio che, specialmente nei frangenti più concitati, scompone lo spazio secondo prospettive deformanti e traiettorie spiazzanti (esemplari in questo senso la prima e l'ultima sequenza). E' forte il sospetto che questa frammentazione grafica debba più di qualcosa ai codici iconici del fumetto. Impossibile non menzionare, infine, un paio di aspetti unanimemente riconosciuti come punti di forza del film: il consumarsi degli episodi violenti sotto gli occhi di un testimone, che funge così da catalizzatore drammatico, e la brutale fisicità nella resa delle percosse e delle esecuzioni sommarie, esemplificata da un tremendo colpo a mani aperte vibrato ad entrambe le orecchie di Tony e dalla "liquidazione" dell'incisore, letteralmente cotto a vapore in un bagno turco.
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