Regia di Chang Chen vedi scheda film
Chang Cheh gira questo mini kolossal per gli Shaw Brothers: ne viene fuori un qualcosa di strano, non amalgamato perfettamente, che ancora oggi faccio fatica a digerire. Mi riferisco alla prima parte: Cheh calca la mano nel mostrare una moltitudine di personaggi, tutti uguali e senza distinzioni l’uno dall’altro. Chi sono i protagonisti? Se non ci fosse il titolo del film ad aiutarmi (I 13 figli del Drago Verde) si farebbe fatica a distinguere i buoni dai cattivi perché, indistintamente, sono tutti ubriaconi, superficiali, arroganti, spacconi, sbruffoni e perfino Devid Chiang (il protagonista) con la sua entrata in scena, non si distingue molto da quelli che dovrebbero poi essere i nemici. Ci vorranno almeno una cinquantina di minuti per avere una spaccatura, una distinzione, una caratterizzazione dei personaggi più definita. E allora, lì, si potrà godere del cinema puro di Chang Cheh, che si arrangia con le riprese all’aperto mostrando paesaggi monotoni e sempre uguali ma eccelle all’interno delle mura dei castelli e dintorni, con colpi di scena, una lunga e spettacolare battaglia finale e una morte scioccante che mai nessuno avrebbe scommesso, né livello di trama né di immagine. Nessuno avrebbe osato tanto!
“E’ una questione di famiglia” dice alla fine uno dei fratelli. Ed è lì che sta tutto il film, compreso il messaggio politico.
Salvato in extremis.
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