Regia di Gianfranco Baldanello vedi scheda film
Il bandito che si fa chiamare El Diablo fa il bello e il cattivo tempo, impossessandosi dell'oro in transito nella sua zona. Per fermarlo occorrerà raccogliere trenta pistoleri.
Frank G. Carrol è lo pseudonimo che Gianfranco Baldanello sceglie per questo suo debutto da regista; curiosamente in futuro si firmerà talvolta anche Frank G. Carroll, a testimonianza di quanta poca cura si desse ai tempi al nome d'arte, la cui presenza era importante soltanto per i distributori (una pellicola licenziata da un regista dal nome anglofono era meglio spendibile sul mercato internazionale). Impossibile ingannare il pubblico, comunque: quantomeno quello odierno, smaliziato da decenni di visioni e da centinaia di prodottini simili usciti serialmente nella seconda metà degli anni Sessanta e nei primi Settanta; 30 winchester per El Diablo è in effetti soltanto uno spaghetti western dozzinale, dalle poche idee e dagli altrettanti mezzi, con una trama semplice semplice e un cast dalle possibilità scarse, d'altronde sufficienti a mettere in scena doverosamente una sceneggiatura di questo calibro. La scrive lo stesso Baldanello / Carrol, insieme a John Warrel: cioè Alfredo Varelli, stando a quanto di scopre cercando sul web, meglio noto come caratterista attivo già dagli anni Trenta. Considerando il boom che visse in quel momento il filone del western all'italiana, 30 winchester per El Diablo risulta titolo di serie C o anche D; fra gli interpreti si possono citare Josè Torres, Ivano Staccioli, Alessandra Panaro, Attilio Dottesio; la titolazione di apertura è in piena sintonia con la febbre pop che stava a quel tempo invadendo il pianeta. Anche la seconda regia di Baldanello sarà di questo tenore: Uccidete Johnny Ringo (1966). 2/10.
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