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Liberi armati pericolosi

Regia di Romolo Guerrieri vedi scheda film

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La recensione su Liberi armati pericolosi

di Donapinto
4 stelle

Mario, Luigi e Joe sono tre giovinastri milanesi che si lanciano in una serie di rapine e azioni violente, terrorizzando il capoluogo lombardo e lasciandosi alle spalle una scia di sangue.                                                                                                                                         Tratto solo parzialmente da un racconto del solito Scerbanenco presente nell'antologia di MILANO CALIBRO 9, LIBERI ARMATI PERICOLOSI si ispira ai sanguinosi fatti di cronaca avvenuti negli anni 70' ad opera di giovani neofascisti (in primis ai raccapriccianti fatti del Circeo a Roma) cercando di fare un'analisi psico-sociale di quella "peggio gioventù" annoiata, irrequieta e senza valori. Nel racconto di Scerbanenco i tre giovani erano di estrazione proletaria, mentre nel film di Romolo Guerrieri sembrano più appartenere alla medio-alta borghesia. Naturalmente, trattandosi di un tipico poliziottesco anni 70', le ambizioni di critica sociale rimangono completamente in superficie, sacrificate ai soliti inseguimenti automobilistici al cardiopalma e a un'infinita serie di violenti omicidi completamente gratuiti. Patetica anche la figura del commissario progressista interpretato da Tomas Milian che da loro la caccia, specie quando si lancia in un'improbabilissima lavata di capo ai genitori dei tre giovani, rimproverandogli di averli cresciuti senza amore. A peggiorere il tutto ci si mette l'attore libanese Benjamin Lev nel ruolo di Joe, il quale per tutta la durata della pellicola spara un'infinità di stupidate, accompagnate da un ghigno a dir poco insopportabile. Da segnalare un paio di curiosità: la presenza nel film di un esordiente e irriconoscibile Diego Abatantuono nel ruolo di un piccolo leader neofascista e il già citato Benjamin Lev che durante le riprese verrà veramente arrestato per traffico di stupefacenti.

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