Luis, il "biondo" e Giò sono tre sbandati figli della Milano più borghese che per noia compiono rapine. Un colpo a un distributore però finisce male, per via del tradimento di una ragazza, e ci lasciano le penne quattro uomini, tra cui due poliziotti. Questo non li frena e anzi deruberanno anche un supermercato e una banca, lasciandosi dietro altri morti. La mala però rifiuta di aiutarli a lasciare la città e Milano diverrà per loro una trappola.
Note
Poliziottesco ispirato da un racconto di Scerbanenco, con un ritmo discreto ma appesantito da psicologie elementari e cattiva sociologia. Esordisce qui Abantantuono, ancora senza baffi.
La Milano da bere e da rapinare.I tre ragazzotti che non avendo nulla di meglio da fare si mettono a rapinare e uccidere sono il frutto di una società botghese deviata dal potere del dio quattrino.Non rapinano per noia,rapinano per avere denaro da spendere a disposizione e poi non avendo una via di fuga,falliti tutti i piani per sparire dalla circolazione,ammazzano senza pietà e cominciano a… leggi tutto
Non male come film; Di Leo lo scrive e ne viene fuori un film violento ma non appassionante come dovrebbe. Le scene d'azione sono ottime ma per quanto riguarda i personaggi dei ragazzi lasciano molto a desiderare. Tomas Milian recita in un ruolo completamente diverso dal solito leggi tutto
Memore delle imprese dei tre bravi ragazzi del Circeo e di altre bande criminali che insanguinarono l'Italia all'inizio degli anni settanta, ispirato anche ad alcuni racconti di Giorgio Scerbanenco, "Liberi, armati, pericolosi", è un buon film, che si ricorda anche per l'esordio cinematografico di Diego Abatantuono, pressoché irriconoscibile. Si sente, dietro alla regia, la mano di… leggi tutto
Mario, Luigi e Joe sono tre giovinastri milanesi che si lanciano in una serie di rapine e azioni violente, terrorizzando il capoluogo lombardo e lasciandosi alle spalle una scia di sangue. …
Non è certo il miglior poliziottesco che il cinema italiano abbia sfornato, ma Liberi, armati, pericolosi resta un buon prodotto di genere, soprattutto per alcune particolarità che lo contraddistinguono. Alla regia c'è il fratello di Marino Girolami, Romolo Guerrieri (ovviamente, Girolami all'anagrafe), un mestierante che ha spaziato tra commedia e noir con risultati…
Sociologico e psicoanalitico, comunque un film che si lascia guardare soprattutto per le relazioni e i ruoli psicologici dei protagonisti della banda; sullo sfondo una polizia sostanzialmente impotente che la fa da spettatore. Si ha l'impressione che i protagonisti della banda agiscano "continuamente e pienamente" (ammazzano in modo spietato, fuggono, provocano più che evitare situazioni…
Il sito film.tv ci cataloga il film nella categoria Drammatico.Non sono dello stesso parere,questo e' un poliziesco di serie A anni 70 targato Italia a tutti gli effetti.Ok un po' anomalo da elaborare nella prima parte per capire l'identita' della sceneggiiatura.Poi invece sale in cattedra,personaggi e protagonisti con caratteri e personalita' marcati,protagonisti importanti vedi l'istrionico…
Scerbanenco da leggere. Scerbanenco da vedere al cinema. Perchè c'è stato un prima e un dopo Scerbanenco. E la narrativa noir italiana, il cinema noir italiano, tutti gli sono debitori.
Non male come film; Di Leo lo scrive e ne viene fuori un film violento ma non appassionante come dovrebbe. Le scene d'azione sono ottime ma per quanto riguarda i personaggi dei ragazzi lasciano molto a desiderare. Tomas Milian recita in un ruolo completamente diverso dal solito
Con lo spirito 'malato' dei delinquenti alla deriva di Cani arrabbiati (titolo alt. Semaforo rosso, Mario & Lamberto Bava, 1974), ma con lo sguardo innocente verso la vita, interpretata come un gioco, della Banda Casaroli ritratta da Vancini nel 1962, il terzetto di protagonisti di Liberi, armati, pericolosi si scatena in questo poliziesco/on the road dal budget limitato, ma vivace e…
La Milano da bere e da rapinare.I tre ragazzotti che non avendo nulla di meglio da fare si mettono a rapinare e uccidere sono il frutto di una società botghese deviata dal potere del dio quattrino.Non rapinano per noia,rapinano per avere denaro da spendere a disposizione e poi non avendo una via di fuga,falliti tutti i piani per sparire dalla circolazione,ammazzano senza pietà e cominciano a…
Ha rappresentato pur con tutti i suoi difetti un pezzo di storia cinematografica del nostro paese , sette titoli sono pochi ed essendo un appassionato ne avrei dovuto aggiungere anche altri , ma , secondo me questi…
Memore delle imprese dei tre bravi ragazzi del Circeo e di altre bande criminali che insanguinarono l'Italia all'inizio degli anni settanta, ispirato anche ad alcuni racconti di Giorgio Scerbanenco, "Liberi, armati, pericolosi", è un buon film, che si ricorda anche per l'esordio cinematografico di Diego Abatantuono, pressoché irriconoscibile. Si sente, dietro alla regia, la mano di…
Anomalo rispetto al genere, con un Tomas Milian come attore principale che però viene relegato ad un ruolo quasi marginale nella parte di un commissario impotente davanti ai ripetuti e violenti crimini dei tre ragazzotti borghesi improvvisamente diventati degli spietati sanguinari. Troppo forzati gli eccessi dei tre "banditi alle prime armi" per essere credibili e troppo ridicola l'opposizione…
Il freddo, il pavido, il matto (o lo scemo, a dipendenza dei punti di vista). Fanno un po' di rapine, morti, casino senza ragione e se la danno a gambe senza un piano. Non c'è molto altro da dire, trama scarsa, ripetitivo, con intenti di denuncia sociale un po' così. Toman Milian è il commissario, fin troppo per bene e rispettoso delle regole. Si lancia pure in un pistolotto ai genitori dei…
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