Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
Durante le riprese di Salò, che si rivelerà essere il suo ultimo film (così come, per ironia della sorte, questo sarà l'ultimo lungometraggio di Giuseppe Bertolucci), Pasolini parla di sé stesso, del proprio cinema, ma anche del cinema in generale, della letteratura, dell'arte e della società.
Quello che Pasolini dice è sempre interessante, quasi sempre illuminante e in qualche caso anche profetico. Questo fa riflettere, al di là di ogni interpretazione sulla morte di questo intellettuale, sulle contraddizioni tra le idee e la vita privata, ma, detto questo, soprattutto sull'attualità di molte intuizioni pasoliniane. Da questo scaturisce l'impressione che la morte prematura di questa coscienza critica della nostra società abbia fatto comodo a tantissima gente. E l'attualità delle osservazioni di Pasolini non è sminuita dal fatto che alcune di esse riguardino l'interpretazione di cose che a distanza di quarant'anni hanno il sapore dell'archeologia politica, come alcune affermazioni sul pensiero di Marx.
Sullo sfondo delle interviste di Pasolini, raccolte dall'interlocutore di turno (per lo più il critico Gideon Bachmann) continuano a scorrere le immagini (sequenze e fotografie di scena, in bianco e nero) tratte da Salò, che, a distanza di tanti anni continuano ad essere molto disturbanti. E di questo io credo che Pasolini sarebbe contento.
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