Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
Salò o le 120 giornate di Sodoma rimane, a più di trent'anni dalla sua uscita, un film agghiacciante e misterioso, un testamento apocalittico e cupo reso ancora più angosciante per l'assassinio dell'autore avvenuto pochi giorni prima della sua uscita. Adesso Giuseppe Bertolucci ci aiuta, con questo lucido e appassionato film, a gettare una nuova luce sul capolavoro postumo del regista friulano. Pasolini prossimo nostro (il titolo è ispirato al saggio di Pierre Klossowski Sade mon prochain citato da Pasolini nei titoli di testa di Salò) è un oggetto difficilmente classificabile: Bertolucci ha selezionato moltissime foto di scena del film (tra le 8000 scattate dalla fotografa Deborah Imogen Beer) ricostruendo la genesi e la lavorazione di Salò scomponendolo in immagini fisse e utilizzando come flusso sonoro di pensieri diverse interviste concesse da Pasolini, a partire dai tardi anni '60 fino al '75, al critico tedesco Gideon Bachmann. Il risultato è emozionante e sconvolgente allo stesso momento. Le parole di Pasolini appaiono ancora oggi attuali nella sua tragica disperazione (contro il potere, il denaro, la merce, il sesso, la storia) e la discrezione di Bertolucci, che non manipola mai l'oggetto della sua ricerca e lascia l'ipnotica assertività pasoliniana sempre ben al centro dell'attenzione, dona al film un'intensità che ce lo fa vedere con occhi attenti e quasi senza respiro.
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