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I viaggiatori della sera

Regia di Ugo Tognazzi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I viaggiatori della sera

di hallorann
6 stelle

In un futuro imprecisato gli uomini e le donne al compimento del 49mo anno di età devono lasciare il lavoro e “andare in vacanza”. I figli accompagnano i genitori verso villaggi-vacanza, durante il tragitto una cartellonistica inquietante si schiude ai loro occhi intimando all’ordine, ricorda che siamo troppi. L’Esercito di Salute Nazionale vigila e blocca le fughe, gentilmente minaccia i tentativi di ribellione. Una volta giunti al villaggio gli abitanti sono presi da una strana frenesia: tradirsi, aspirare ad una crociera di sola andata.

 

“I viaggiatori della sera” è tratto da un interessante romanzo distopico di Umberto Simonetta, scritto diretto e interpretato da Ugo Tognazzi. Ha una prima parte invecchiata male, interlocutoria, ingessata come i figli di Orso e Nicky, e i rigidi tutori di un ordine asettico e privato di umanità. Nella seconda parte il film cresce dall’apparizione della grande tombolata molto simile ad una roulette russa nazional popolare. L’ombra di Marco Ferreri, la sua poetica, il suo stile aleggiano persistenti fin dall’apparizione dell’isola/galera di Lanzarote. Per tutto il film ti poni una domanda: “Perché non lo ha girato lui?”. Solo nel finale la domanda svanisce, poiché Tognazzi regista convince appieno. Il grande attore cremonese, in qualità di regista, ha sempre brillato per scelte originali, soprattutto con “Il fischio al naso” da Dino Buzzati e il softcore satirico “Cattivi pensieri”. Eppure, nonostante il finale, per tre quarti della pellicola sembra di essere immersi nelle deformazioni globali di Ferreri, nei futuri disumanizzati e automatizzati di opere note come “Il seme dell’uomo” e “La cagna”. Il sesso viene ritratto come chiodo fisso sbagliato, abitudine snaturata di piacere al quale il protagonista dice no. Tognazzi cerca di mettere la sordina alla malinconia ma è la trama stessa, impregnata di umori pessimistici, a condurre “I viaggiatori della sera” verso un destino ineluttabile. Altre pellicole di quella fine settanta, da “I nuovi mostri” a “L’ingorgo” descrivono un presente nero e senza speranza. La morale complessiva ci dice che la vecchiaia non è un tabù, invecchiare è un diritto ed una libertà inalienabile.

 

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