Regia di Ugo Tognazzi vedi scheda film
Secondo me si tratta di un film un po' sottostimato, anche perché forse la presenza di Tognazzi in veste di protagonista, oltre che di regista, al fianco di Ornella Vanoni, fa ancora pensare ad una di quelle vecchie commediacce di fine anni Settanta. In realtà, grazie al romanzo di Umberto Simonetta che fa da sottofondo alla vicenda, vi si respira un'aria da romanzo filosofico, che rimanda a certe cose di Anthony Burgess ("Il seme inquieto" su tutto) e dello Stefano Benni della "Compagnia dei Celestini". Insomma, il filmetto tognazziano (c'è anche il giovane Ricky, che interpreta un giardiniere gigolo), dove si paventa un futuro asettico, che fa tranquillamente a meno degli anziani (considerando tali gli ultracinquantenni!) e della loro saggezza, e dove il sesso è mercificato, fungendo al tempo stesso da oppio dei popoli e da mezzo d'evasione rispetto a questa (in)civiltà degli imberbi, funziona. Ed il commiato tra moglie e marito è perfino commovente.
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