Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Nona opera registica di Alberto Sordi che incuriosisce alquanto poichè si basa su un soggetto davvero originale e bizzarro che a metà strada tra il genere sentimentale e la commedia, riesce ad intrattenere quanto basta lo spettatore. Nonostante un ritmo altalenante che non sempre mantiene viva l'attenzione ed una sceneggiatura non del tutto efficace (poichè assortita di scene simpatiche e di altre più monotone), la miscela di elementi fantastico-romantici funziona perchè sorretta da una vaga parodia sul mondo dei robot illustrata attraverso uno stile un po' grottesco che serve a rendere il tutto più suggestivo e meno banale di quello che si pensa. La narrazione è un po' apatica e fredda, con una messa in scena a volte poco vivace ed un po'monotona, ma in compenso la storia è abbastanza scorrevole e neanche tanto prevedibile - specialmente per quanto riguarda il suo epilogo.
Caterina è un personaggio inquietante, ma anche divertente. Riesce a fare ridere proprio grazie alla sua natura ambigua di robot che ama guardare le telenovelas e che nel suo corpo d'acciaio nasconde un cuore in grado di provare dei sentimenti umani piuttosto morbosi per il suo padrone. E' spesso vittima infatti di crisi di gelosia ossessiva che la portano a spaccare anche tutti i piatti della cucina quando lo vede dedicarsi a delle "amiche" umane... l'elemento più esilarante tra tutti comunque è certamente l'atmosfera femminista che regna sovrana per tutta la durata della pellicola e che contorna con garbo dialoghi e situazioni. Diversi i siparietti comico-grotteschi che fanno distinguere questo film da una certa mediocrità tipica di un genere non veramente apprezzato da tutti. Per alcuni si tratta addirittura di un capolavoro, ma sopravvalutazioni a parte, credo sia uno di quei film da vedere perlomeno una volta e a consigliarlo è perfino una che non è mai stata una grande estimatrice del cinema di Sordi.
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