Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Un altro film di Sordi, con Sordi e alla Sordi: commedia italianissima, stereotipi a valanga, uno zoccolo duro di sentimentalismo e mentalità vecchio stile. Il protagonista non è esattamente un simbolo del femminismo - e siamo nel 1980, quando ormai di diritti e rivendicazioni si è parlato parecchio - ed anzi finisce per farci una figura discretamente gretta e meschina; significativo considerare che quello stesso anno il coetaneo Fellini (un'altra sensibilità registica, ma non solo) dava alla luce La città delle donne, vero e proprio omaggio all'universo femminile, pur rimanendo evidente prodotto di una mentalità che con il femminismo non ha avuto grande feeling, ma lo rispetta. Sordi è ancorato pesantemente a sè stesso ed al suo personaggio: ciò non significa niente di particolarmente brutto, ma di stanco e ripetitivo, sì.
Un uomo, stanco degli insoddisfacenti rapporti con le donne, durante un viaggio in America scopre un nuovo modello di robot-domestica-factotum e lo compra. In breve tempo si libera della moglie, della cameriera e pure dell'amante. Ma il robot impazzisce e comincia a fare danni, dicendosi ferito nei sentimenti.
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