Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Il 1957 fu una data cruciale per Montgomery Clift, a detta di tanti se non fosse sopravvissuto all’incidente stradale capitatogli l’anno sarebbe entrato nel mito come James Dean e Marylin Monroe. Ma siccome sopravvisse fu egualmente una data spartiacque, il suo volto rimase sfigurato e la ricostruzione chirurgica non gli restituì l’immagine che lo elevò a star. La carriera subì un contraccolpo che lui seppe comunque onorare al meglio con altrettanto intense e indimenticabili interpretazioni. Ciò che non mutò infatti (e semmai perfezionò) fu l’inquietudine, il tormento interiore che furono il vero volto del Clift attore e uomo. Nel 1953 apparve nei panni di Padre Logan in IO CONFESSO di Alfred Hitchcock. Un uomo commette un omicidio e ripara in una chiesa e chiede con insistenza di essere confessato da padre Logan. Non è un uomo qualsiasi ma il sacrestano Otto Keller, un immigrato tedesco accolto nella canonica alcuni anni prima insieme alla moglie Alma. Keller confessa l’omicidio dell’avvocato Villette in confessionale. Il giorno dopo è lo stesso Keller, giardiniere di Villette, a dare l’allarme del ritrovamento del cadavere. Nella casa giunge anche Logan, il quale doveva vedere la vittima, interrogato formalmente dalla polizia si allontana. L’ispettore Larrue lo vede parlottare con una donna, nel frattempo due testimoni giurano di aver visto uscire dall’abitazione di Villette un uomo con indosso una tonaca. I sospetti di Larrue su padre Logan si fanno sempre più insistenti confermati dalla sua reticenza nel rispondere ad alcune domande, legati non solo al segreto della confessione. Nella vicenda entra in scena la donna incontrata da Logan, è Ruth Grandfort vecchia amica del sacerdote e con il coniuge in buoni rapporti con il procuratore Robertson che si occuperà dell’omicidio. Per difendere Logan è costretta a raccontare che in passato durante la guerra i due si sono amati ed erano entrambi ricattati dall’avvocato Villette. Ma ciò non fa altro che pregiudicare la posizione di Logan. Verrà arrestato, nel processo infangato dal procuratore ma la giuria popolare riterrà insufficienti le prove a suo carico mandandolo assolto. Nel finale rischia il linciaggio da parte della folla, Alma griderà l’innocenza del prete facendosi uccidere dal marito Otto. Quest’ultimo prima di cadere sotto il piombo della polizia chiederà l’assoluzione a l’uomo che lo ha protetto in nome del sacro vincolo della confessione. Con IO CONFESSO Hitchcock affrontò un dramma intriso di “elementi scabrosi e di elementi religiosi”. Film basato su uno scambio di omicidio, equivoci e ingiustizie (l’ostinazione ottusa prima di Larrue e poi di Robertson), su un amore mancato (tra Ruth e Logan) e un ammirevole atto di fede. La suspense scatta ogni qual volta appaiono i coniugi Keller o uno dei due, essi dapprima sono grati e comunque sempre allerta sulle manovre e i movimenti di padre Logan per poi “pugnalarlo” senza rimorsi. Solo nel finale (peraltro sempre eccellenti e sorprendenti nel cinema hitchcokiano) Alma avrà i sensi di colpa per la sorte del sacerdote. Monty Clift nei panni del protagonista è straordinario nel comunicare attraverso i suoi occhi, poca mimica e pochi gesti il passato con Ruth (bellissimo il flashback), la confessione di Keller, il ricatto di Villette. La sua innocenza di fondo è riscattata con l’assoluzione di Otto in punto di morte, la sua missione sta tutta lì e lui ce la restituisce con un’interpretazione asciutta e onesta. Se le musiche di Dimitri Tiomkin non sempre funzionano a dovere, nel cast non va dimenticata la presenza di un volto familiare del cinema americano quale Karl Malden.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta