Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Intrigante giallo italiano che punta sulle indagini scientifiche e sull'aspetto processuale, diretto in stato di grazia da Duccio Tessari. Ottimo anche il cast, con attori in grado di rendere verosimile ogni secondo del film.
Nel parco di San Babila (Milano) viene rinvenuto il corpo senza vita di Françoise Pigaut (Carol André), una giovane ragazza di Bergamo, vista l'ultima volta viva all'Accademia di Belle Arti di Brera. L'indagine sul delitto, compiuto non a sfondo sessuale, finisce tra le mani dell'ispettore Berardi (Silvano Tranquilli), che può contare sulla collaborazione della scientifica. Referti e testimonianze forniscono prove schiaccianti che incastrano Alessandro Marchi (Giancarlo Sbragia), un giornalista televisivo la cui moglie Maria (Evelyn Stewart/Ida Galli) ha una segreta relazione con l'avvocato difensore (Günther Stoll). Ad aggravare la posizione di Marchi contribuisce il fatto che la vittima, in rapporto sentimentale con l'aristocratico Giorgio (Helmut Berger), era amica e compagna di scuola di Sarah (Wendy D'Olive), figlia dell'indagato. Marchi viene processato e condannato all'ergastolo per l'omicidio, ma presto compare il cadavere di una prostituta uccisa seguendo le stesse modalità, al quale fa seguito il delitto di una bambinaia.
"Il passato non esiste in quanto è già trascorso.
Neppure il futuro esiste in quanto ancora da venire.
Esiste quindi solo il presente il quale però può essere composto di passato e di futuro in quanto ne è il punto d'incontro." [1]
(Didascalia - a scorrimento - iniziale)
Sulle note di Concerto n.1 per pianoforte di Tchaikovsky [2] prende avvio un giallo originale, dall'andamento labirintico (per via di ellissi temporali e ripetuti flashback), inserito per volere della produzione (Titanus) nel filone alla Dario Argento, unicamente per la presenza assolutamente gratuita della "farfalla insanguinata" nel titolo. Di fatto più che puntare al thriller, gli autori focalizzano l'attenzione sui dettagli d'indagine (nei titoli di coda emergono ringraziamenti per la collaborazione alla Polizia Scientifica) e sull'aspetto processuale, tanto che il film assume anche la configurazione di un legal ante litteram. Sceneggiato con grazia da Gianfranco Clerici e dallo stesso Duccio Tessari (ma imdb indica anche, non accreditato, Edgar Wallace), il film viene girato tra Bergamo, Milano e Roma. Tessari (1926 - 1994) maneggia la materia con estrema attenzione, cercando di allargare il tiro per inserire nella storia vaghi ma importanti riferimenti al contesto sociale [3], rappresentato dagli immancabili contrasti di classe: Giorgio (Helmut Berger), nei panni blasonati di figlio di nobile casata (Villarosa Venosta), di fatto è un borghese contestatore e ribelle, frequentatore di Sarah e gente del "popolo"; un atteggiamento il suo, che causa inevitabile disappunto nel padre Eriprando (Wolfgang Preiss). Una farfalla dalle ali insanguinate si fa notare per lo stile espresso da Tessari (sia in fase di ripresa e, soprattutto, al montaggio con un flusso narrativo sempre incerto tra passato e presente), che tratta il genere con referenza ma in maniera del tutto personale e resta impresso per la partecipazione di un cast particolarmente in ruolo: da Helmut Berger a Silvano Tranquilli (responsabile di siparietti grotteschi, sui vari caffè preparati dal collega), da Wendy D'Olive alla indimenticabile Ida Galli (Evelyn Stewart). All'uso funzionale della musica classica (Tchaikovsky) si aggiunge la romantica composizione di Gianni Ferrio, che è destinata ad accompagnare con malinconico tocco la tragica sequenza finale, animata dal movimento a schiaffo della macchina da presa che passa a ripetizione ora su uno, poi sull'altro, corpo morente dei due sventurati assassini. La farfalla "insanguinata", oltre a giustificare i suggestivi titoli di testa con mascherina che ha quella forma, rimanda a un medaglione, un regalo di Giorgio destinato alla sfortunata amante Françoise [4].
Una farfalla con le ali insanguinate: Wendy D'Olive
Curiosità
Sarah Marchi, figlia del giornalista indagato, ha una parte consistente nel film, in quanto amica della prima vittima e del suo fidanzato. È interpretata da Wendy D'Olive, attrice di breve carriera che poi apparirà anche ne L'etrusco uccide ancora (1972). Dopo un esordio interessante nella serie televisiva di Anton Giulio Majano (David Copperfield, 1965/1966), ricompare in Scusi, lei è favorevole o contrario? di Alberto Sordi. Oltre che essere presente nei due gialli citati e come comparsa di qualche altro film, chiude la carriera partecipando a Giubbe rosse (1975) di Joe D'Amato e Una spirale di nebbia (Eriprando Visconti, 1977). Successivamente si dedica all'ufologia scrivendo (e illustrando con disegni) per le più famose testate del settore, arrivando per alcune a ricoprire persino il ruolo di direttore editoriale.
La donna che compare all'inizio del film, Marta Clerici, destinata poi a fornire un alibi all'indagato, è anche la moglie di Duccio Tessari, Lorella De Luca.
Citazioni
"Cinque ferite d'arma da taglio, di cui due mortali. I primi tre colpi sono stati sferrati dal basso verso l'alto; gli ultimi due dall'alto verso il basso, mentre la vittima già stava cadendo. Escluderei la violenza carnale. Durante la colluttazione la vittima si è difesa, graffiando il suo aggressore. Sotto le unghie della ragazza è stato trovato del tessuto epiteliale di scarsa importanza. Serve solo a stabilire che l'assassino non è di colore."
(Analisi del medico legale sul corpo di Françoise)
NOTE
[1] Parafrasi da il "Tempo" nelle Confessioni di S. Agostino. In particolare della seguente riflessione:
"Senza nulla che passi, non esisterebbe un tempo passato; senza nulla che venga, non esisterebbe un tempo futuro; senza nulla che esista, non esisterebbe un tempo presente." (Le Confessioni, XI, 14, 17)
[2] In seguito, quando tra gli effetti della prima vittima compare un disco in vinile accanto al cadavere, vengono esplicitamente citati Tchaikovsky e il brano in oggetto, in risposta al commissario Berardi che domanda: "Che roba è? Battisti?"
[3] Dopo avere inquadrato per un istante il cartello che indica Piazza Brera (inesistente a Bergamo, in quanto location milanese), Tessari si sofferma su una frase scritta in rosso su un volantino esposto al pubblico da qualche anima contestataria. Frase che in qualche insolita maniera si ricollega anche alla didascalia iniziale sulla riflessione del "tempo":
"Nel tempo odierno ogni cultura appartiene a una data classe. Non esiste l'arte per l'arte, l'arte al di sopra delle classi."
[4] Interpretata da Carol André, destinata a farsi apprezzare dal pubblico in seguito, nel ruolo di Lady Marianna in Sandokan (Sergio Sollima, 1976).
"Il tempo è il mezzo di cui la natura dispone per impedire che le cose avvengano tutte in una volta."
(John Archibald Wheeler)
Una farfalla con le ali insanguinate (OST di Gianni Ferrio)
F.P. 12/12/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 95'13")
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