Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Turbine di passione fra un boss mafioso, una prostituta e un picciotto devoto al primo; chi la spunterà? Di certo non lo spettatore, ammorbato per un'ora e mezza da dialoghi ridicoli, recitazioni improbabili e da un erotismo blandissimo fatto di tette & culi in esposizione, senza un minimo di provocazione, di sensualità. Indicativi in tal senso sono i richiami 'sadomasochistici' all'acqua di rose evocati dal rapporto fra la seconda e il terzo; inutile comunque farsi troppe domande, perchè dietro all'operazione Io, Gilda c'è un team di mestieranti di dubbie capacità come il regista Andrew White, pseudonimo fantasiosissimo scelto da Andrea Bianchi (regista di soft porno), il suo co-sceneggiatore esordiente Gianluca Curti, la produzione Union Film 1 di Pasquale Fanetti (alias Frank De Niro), qui direttore della fotografia ma già noto quale regista porno. Insomma, si intuisce a perfezione ormai che Io, Gilda, complice anche la presenza al centro del cast di Pamela Prati, espressiva come un altoforno in disuso, è un'operina dal non poco valore trash, e di nessun valore da qualsiasi altro punto di vista la si voglia inquadrare; nei panni del malavitoso troviamo Gerardo Amato, fratello meno celebre - non stiamo qui a specificare perchè - di Michele Placido, mentre a chiudere il triangolo dei protagonisti c'è lo sconosciuto, e che tale resterà, Alex Berger, ossigenatissimo e debitamente canino in quanto a doti attoriali. Ruolino, infine, per Valentine Demy, quasi sempre nuda. Per chi avesse il coraggio di arrivare in fondo alla visione della pellicola, c'è pure un colpo di scena conclusivo: stratelefonatissimo, manco a dirlo. 1/10.
Un mafioso assolda una prostituta perchè gli ricorda Rita Hayworth (è Pamela Prati, ndr - !?). L'autista tuttofare del malavitoso è però l'ex della ragazza, con cui intreccia immediatamente un rapporto proibito e pericolosissimo per entrambi.
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