Regia di Gianni Bongioanni vedi scheda film
Dusseldorf. Un uomo ha preparato il piano perfetto per una grande rapina. Assortisce una banda di tre ragazzi disperati, ciascuno per differenti motivi, che possa mettere a segno il colpo. Proprio quando tutto sembra essere andato per il verso giusto, il destino ci mette lo zampino.
Cominciamo con una curiosità: 3 per una rapina rappresenta l'opera prima e al contempo ultima di Gianni Bongioanni sul grande schermo per un lasso di tempo considerevole: notizie del suo successivo film cinematografico - dopo svariate regie di sceneggiati televisivi - si hanno solo nel 2014 con l'uscita di Di quell'amor; Bongioanni (classe 1921) ha nel frattempo raggiunto la ragguardevole età di 93 anni. Caso abbastanza peculiare, difficile peraltro a spiegarsi alla luce della discreta riuscita del suo esordio. 3 per una rapina è infatti un noir ben scritto, nel quale l'azione è spesso sottomessa all'indagine psicologica (il che può essere anche un limite, certo) e che contiene una morale, impartita dal karma beffardo che coglie gli audaci protagonisti: francamente non poco per una pellicola evidentemente a basso budget. Bongioanni - che figura nei titoli di testa anche come operatore alla macchina e sceneggiatore, con la collaborazione di Leandro Castellani e dell'aiuto regista Piero Panza - dirige bene un cast composto dalla bellissima Barbara Steele e da un nugolo di volti e nomi semisconosciuti, quantomeno per il pubblico nostrano: Margot Trooger, Josè Guardiola, Christian Doermer, Dino Mele, Werner Peters sono gli interpreti principali, nel segno della coproduzione italo-tedesco-spagnola che sta dietro all'opera. Lavoro riuscito anche da parte di Piero Piccioni, autore della colonna sonora. 5/10.
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