Regia di Sergio Bergonzelli vedi scheda film
Un delinquente collezionista d'arte intende impossessarsi a ogni costo della statua dell'Auriga, custodita in un museo greco. Mette così assieme, per forza (tramite ricatto) o per amore (del possibile guadagno), una banda di furfanti esperti in simili lavoretti. Ma i ladri non intendono rispettare i patti: il collezionista rischia una sonora 'trombata'.
"L'ammiraglio Thalassis, grande armatore... no, non amatore, eheh, corre anzi voce che non sia normale...". Basterebbero queste poche parole iniziali per liquidare la pellicola per lo squallore artistico-umano che è; ma se si riesce a proseguire la visione senza giudicare gli autori, il lavoro riserva immense soddisfazioni agli amanti del trash. Di Bergonzelli già si sa: autore di commediole erotiche a un passo dalla pornografia, mestierante dalle ristrette possibilità, non si è mai fermato di fronte a nulla: neppure alle evidenti miserie di questo progetto, privo di budget quanto di idee. Anche sceneggiatore - "dal best seller di Janis Maris Il sorriso della Pithia", sostengono convinti i titoli di testa - il Nostro assembla come riesce (cioè disastrosamente, almeno in questo frangente) elementi della commedia scollacciata con punte di giallo, farcendo con tinte erotiche pressochè indigeste (le scene di sesso, pure troppo verosimili, compaiono sostanzialmente a casaccio durante la trama), qualche briciola di azione (poverissima, naturalmente) e imbastendo il tutto su un canovaccio da grande rapina. Siamo a un passo dal sublime, anche grazie alla partecipazione di un cast di perfetti sconosciuti destinati - per il bene del Cinema - a rimanere tali; il doppiaggio costantemente fuori sincrono è la ciliegina sulla torta di nefandezze cucinata da Bergonzelli. Se il titolo può a questo punto sorprendere, il sottotitolo "Quattro ladroni a caccia di milioni" riesce a spiegare qualcosa di più sull'opera; peccato per Bruno Nicolai che mette la sua firma sulla colonna sonora, del resto piuttosto insignificante e disposta senza troppa cura. Girato in Grecia con interpreti greci e produzione greca, forse La trombata è stata una specie di vacanza di lavoro per il regista; a proposito di ellenici: nè Wikipedia (inclusa quella greca), nè Google in persona offrono informazioni sul famigerato Janis Maris di cui sopra: che Bergonzelli abbia voluto assestare una grandiosa supercazzola? 1/10.
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