Regia di Werner Herzog vedi scheda film
attesa di una catastrofe inevitabile... forse solo herzog poteva girare un documentario di 30 minuti e trasformarlo in un kolossal catastrofico che hollywood si sogna. poichè il mitico uomo di cinema tedesco partito con due operatori, con la sua tipica voce in modo distaccato ma imminente, introduce il prologo a quella che sembrava dovesse essere la fine di una parte dell'isola e di una città, basse-terre, di oltre 70000 abitanti, quasi totalmente evacuati, se non per due o tre disperati che decisero di restare. "nel 1976 in tutto il mondo dal friuli alle filippine, avvennero fatti che fecero preoccupare. sembrava che la terra avesse deciso di ribellarsi, si temeva il peggio." il vulcano la soufriere nella guadalupa, era uno di quegli avvenimenti che gli scienziati temevano evolvessero in una catastrofe. c'erano tutti i segni. i tre uomini di cinema accorrono sull'isola e testimoniano. a basse-terre non c'è più nessuno, solo animali che vagano per la città; asini, maiali e cani, che cominciano a morire di fame una volta finiti gli avanzi. il silenzio è inverosimile. ci avverte che la gente è fuggita lasciando televisori accesi e come un cronista dal passato ci enumera gli elementi che testimoniano qualcosa di terribile che sta avvenendo, dalla terra che scotta ai serpenti che fuggono dalla montagna e cercano riparo nel mare affogando. poi finalmente incontra due uomini che non se ne sono andati. sembra di essere in un film di romero. ti aspetti cadaveri putrescenti, o semplicemente verdi che avanzano lentamente verso gli operatori e trovi invece due uomini che hanno scelto di rimanere perchè tanto non hanno nessun posto dove andare. aspettano la morte serenamente, senza paure, poichè è dio che ha deciso così e prima o poi si deve morire. herzog ci prospetta ciò che potrebbe avvenire su guadalupa, ricordando la catastrofe avvenuta in martinica nel 1902, dove hanno perso la vita 30000 persone. stessi sintomi per giorni e giorni fino a quando dal ventre del vulcano è uscita una nube di gas tossici incandescenti che in pochi minuti ha raso al suolo qualsiasi cosa e carbonizzato il resto. la sua voce in quella lingua così suadente e musicale, in maniera quasi comica, a fine documentario ci avverte che il suo film rimarrà la testimoniaza di una catastrofe imminente e fortunatamente mai avvenuta. da reporter intimo di un pianeta spesso violato, herzog semplicemente ci dice che dopo giorni e giorni di tremori, fuoriuscite di gas e scosse di terremoto, tutto è regredito e misteriosamente si è placato. come se avesse documentato le sparizioni nel mar dei sargassi, il thrilling di un film che non è solo un film e di un documentario che non è semplicemente un documentario, non svela nulla così come weir non svelava che fine avessero fatto le ragazze sparite a hanging rock. grande, semplicemente grande.
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